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- L'articolo 38 della Costituzione italiana utilizza il termine minorato, considerato oggi discriminatorio.
- La Treccani, attraverso l'Appendice XI, propone di adottare l'espressione persone con disabilità.
- La ministra Alessandra Locatelli sottolinea che i tempi sono maturi per una modifica che rifletta una società più equa e inclusiva.
La Proposta di Modifica della Costituzione Italiana
L’Istituto Treccani ha recentemente sollevato una questione di grande rilevanza nel contesto legale e sociale italiano: l’uso di termini considerati discriminatori nella Costituzione. In particolare, l’attenzione è rivolta all’articolo 38, che utilizza l’espressione “minorato” per riferirsi alle persone con disabilità. Questo linguaggio, sebbene fosse coerente con la mentalità dell’epoca in cui la Costituzione fu redatta, è oggi percepito come non rispettoso e non conforme alle moderne convenzioni internazionali sui diritti delle persone con disabilità. La Treccani, attraverso la sua nuova Appendice XI dell’Enciclopedia Italiana, curata da Elena Vivaldi, invita a superare queste espressioni lessicali discriminatorie, sottolineando l’importanza di un linguaggio che tuteli tutte le persone con disabilità.
Reazioni e Opinioni degli Esperti
La proposta della Treccani ha suscitato un ampio dibattito tra esperti e istituzioni. Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, ha riconosciuto la validità dell’osservazione, sottolineando come le parole siano il riflesso del tempo in cui vengono utilizzate. Anche Andrea Simoncini, professore di Diritto Costituzionale, ha espresso il suo sostegno alla modifica, pur avvertendo del rischio di perdere di vista il fatto straordinario che la Costituzione italiana del 1948 già parlava di diritti per le persone con disabilità, un unicum per le costituzioni del secondo dopoguerra. Giuliano Amato, presidente emerito della Corte costituzionale, ha evidenziato come la Costituzione, pur essendo un documento robusto, sia in alcuni punti prigioniera della cultura del suo tempo, e che la rimozione del termine “minorato” sarebbe un passo avanti necessario.
Il Ruolo del Linguaggio nella Promozione dell’Uguaglianza
La questione sollevata dalla Treccani non riguarda solo un cambiamento terminologico, ma tocca temi più ampi di uguaglianza e inclusione. Il linguaggio, infatti, è uno strumento potente per promuovere l’eguaglianza sostanziale e eliminare le situazioni di svantaggio. La nuova Appendice dell’Enciclopedia Italiana sottolinea come l’uso di espressioni rispettose sia fondamentale per garantire pari opportunità alle persone con disabilità, specialmente nel mondo del lavoro. La Treccani invita a evitare termini come “handicappato” e “minorato”, promuovendo invece l’uso di “persone con disabilità”, in linea con le finalità della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Una Costituzione in Evoluzione: Riflessioni Finali
La discussione sulla modifica dell’articolo 38 della Costituzione italiana rappresenta un’opportunità per riflettere sulla capacità della nostra Carta di adattarsi ai tempi moderni. Mentre il linguaggio evolve, è fondamentale che anche i documenti legali si aggiornino per riflettere i valori contemporanei di inclusione e rispetto. La ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha dichiarato che i tempi sono maturi per questa modifica, sottolineando l’importanza di un linguaggio che rispecchi una società più equa e inclusiva.
In conclusione, è importante ricordare che il diritto costituzionale è un campo dinamico, in cui le leggi devono continuamente adattarsi ai cambiamenti sociali e culturali. Una nozione base di diritto costituzionale correlata a questo tema è il principio di uguaglianza, che richiede che tutte le persone siano trattate con pari dignità e rispetto, indipendentemente dalle loro capacità o condizioni personali. Un concetto più avanzato è quello di eguaglianza sostanziale, che non si limita a garantire pari trattamento, ma mira a eliminare le barriere che impediscono la piena partecipazione di tutti nella società. Riflettendo su questi principi, possiamo apprezzare l’importanza di un linguaggio inclusivo come strumento per promuovere una società più giusta e rispettosa delle diversità umane.