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- Referendum: riduzione da 10 a 5 anni per la cittadinanza.
- Decreto legge 36/2025: deroga allo ius sanguinis per i nati all'estero.
- Costo giudizi di cittadinanza: 600 euro, possibile violazione del diritto di difesa.
- IDOS stima fino a 1,7 milioni di potenziali nuovi cittadini.
- Nel 2023, il 40,1% degli stranieri a rischio povertà.
Oggi, 09/06/2025, alle ore 06:20, il dibattito sulla cittadinanza italiana per gli stranieri si infiamma, alimentato da un intreccio di referendum, decisioni giudiziarie e questioni costituzionali. Un tema complesso, che tocca le radici dell’identità nazionale e i diritti fondamentali delle persone che vivono e lavorano in Italia.
Il Referendum e le Sue Implicazioni
Nei giorni odierni si svolgono i referendum abrogativi previsti dall’articolo 75 della Costituzione, con un quesito centrale riguardante la riduzione da dieci a cinque anni del periodo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza italiana. Questa proposta, che mira a ripristinare la situazione precedente agli anni Novanta, solleva interrogativi profondi sul futuro dell’integrazione e sull’accesso ai diritti civili.
L’avvocato Vincenzo Conforti, esperto di Diritto internazionale, sottolinea come la questione referendaria si intrecci con il principio dello ius sanguinis, ovvero la trasmissione della cittadinanza attraverso la discendenza. Il governo, su proposta di Forza Italia, intende limitare a due le generazioni per evitare le truffe del passato, un fenomeno in crescita soprattutto in Argentina, Venezuela e Brasile. Il decreto legge 36 del 28 marzo 2025, convertito nella legge 74 del 23 maggio 2025, ha introdotto una deroga generale allo ius sanguinis per i nati all’estero, stabilendo condizioni specifiche per l’acquisizione della cittadinanza.
Un altro aspetto controverso è rappresentato dai 600 euro richiesti per i giudizi di cittadinanza, una misura che, secondo Conforti, potrebbe violare il diritto di difesa ed essere in contrasto con i principi generali di determinazione del contributo unificato.
- Finalmente un passo avanti verso l'integrazione! 🇮🇹 Questo referendum......
- Assurdo ridurre i tempi, così si svende la nostra identità... 😡...
- Ma ci siamo chiesti se questa fretta di dare cittadinanza......
- 600 euro per i giudizi di cittadinanza? 🤔 Questo sembra davvero......
Le Sentenze della Cassazione e il Dubbio di Costituzionalità
La Corte di Cassazione ha emesso sentenze contrastanti sul tema della cittadinanza. Inizialmente, ha stabilito che la naturalizzazione dell’avo italiano durante la minore età del figlio interrompe la linea di trasmissione della cittadinanza. Successivamente, la stessa Corte si è autosmentita, rinviando la questione ad una pubblica udienza.
Il Tribunale di Bologna, il 26 novembre 2024, ha sollevato una questione di costituzionalità, chiedendosi se i tempi dello ius sanguinis siano allineati con il diritto Ue. La Consulta renderà nota la sua decisione il 24 giugno prossimo. Tuttavia, secondo alcuni giuristi, è difficile che la Consulta intervenga, poiché la materia della cittadinanza è regolata da norme ordinarie e non costituzionali.
La deroga introdotta con il decreto 36 potrebbe essere dichiarata incostituzionale per l’uso improprio della decretazione d’urgenza e per la disparità di trattamento tra cittadini italiani nati in Italia e all’estero. Inoltre, la retroattività della norma potrebbe incidere su diritti già acquisiti e violare le norme Ue, comportando la perdita dello status di cittadino europeo.

Chi Sono i Potenziali “Nuovi” Cittadini?
Se il “Sì” al referendum dovesse vincere, si aprirebbero le porte della cittadinanza a un numero significativo di persone. Le stime variano, ma un rapporto del centro studi IDOS indica un massimo di 1,7 milioni di potenziali richiedenti. Chi sono queste persone?
Si tratta principalmente di “soggiornanti di lungo periodo”, ovvero stranieri con un permesso di soggiorno di lunga durata, che presuppone almeno cinque anni di residenza ininterrotta in Italia. La maggior parte di loro lavora, risiede nel Nord Italia e ha un reddito inferiore alla media nazionale. Nel 2023, il 40,1% degli stranieri regolarmente residenti in Italia era a rischio di povertà o esclusione sociale, contro il 20,7% degli italiani.
Gran parte di costoro è impiegata in settori quali l’agricoltura, il commercio, l’edilizia e l’assistenza domestica, spesso con retribuzioni modeste. Per avviare le pratiche per la cittadinanza, è necessario un reddito minimo imponibile di 11.878,05 euro per una persona sola, cifra che aumenta per le famiglie.
Questi “soggiornanti di lungo periodo” vivono e lavorano in Italia da anni, ma non possono votare, né alle elezioni nazionali né a quelle comunali, a meno che non siano cittadini di un paese dell’Unione Europea.
Verso un Nuovo Equilibrio tra Ius Sanguinis e Ius Soli?
La modifica dell’articolo 9, comma 1, lettera a-bis della legge 91/1992, che prevede la concessione della cittadinanza per naturalizzazione allo straniero nato in Italia che vi risiede legalmente da almeno tre anni, stride con il quesito referendario e con la limitazione a due generazioni dall’ascendente emigrato. Secondo Conforti, questa norma legittima gli stranieri, senza radici italiane, a chiedere la cittadinanza per il solo fatto di essere nati e risiedere in Italia legalmente da almeno tre anni.
La legislazione italiana contempla una forma di “ius soli attenuato”, delineata dall’articolo 4, comma 2, della legge 91/1992, che riconosce la cittadinanza a chi, nato in Italia da genitori stranieri, vi abbia mantenuto la residenza ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età.
L’esito del referendum, qualunque esso sia, potrebbe essere reso irrilevante da decisioni della Cassazione e della Consulta che potrebbero annullare restrizioni giudicate arbitrarie o discriminatorie.
Cittadinanza: Un Diritto Fondamentale in Evoluzione
Il dibattito sulla cittadinanza italiana è un riflesso delle sfide e delle opportunità che caratterizzano la società contemporanea. La questione non riguarda solo i numeri e le statistiche, ma soprattutto le storie e le aspirazioni di milioni di persone che vivono, lavorano e contribuiscono alla crescita del nostro Paese.
La cittadinanza, intesa come status giuridico che conferisce diritti e doveri, è un elemento fondamentale per l’integrazione e la partecipazione alla vita democratica. Tuttavia, la sua definizione e le modalità di acquisizione sono in continua evoluzione, influenzate da fattori demografici, economici e sociali.
Una nozione base di diritto legata a questo tema è il principio di non-refoulement, che vieta di respingere o espellere una persona verso un paese in cui rischierebbe di subire persecuzioni o trattamenti inumani o degradanti. Questo principio, sancito dal diritto internazionale, tutela i diritti fondamentali degli stranieri e limita la discrezionalità degli Stati in materia di immigrazione.
Una nozione più avanzata è rappresentata dal concetto di “cittadinanza europea”, introdotto dal Trattato di Maastricht nel 1992. La cittadinanza europea si aggiunge alla cittadinanza nazionale e conferisce ai cittadini degli Stati membri dell’Unione Europea una serie di diritti, tra cui la libera circolazione, il diritto di voto alle elezioni europee e la protezione diplomatica e consolare.
In conclusione, la questione della cittadinanza italiana è un tema complesso e delicato, che richiede un approccio equilibrato e una riflessione approfondita sui valori e i principi che fondano la nostra società. Al di là delle decisioni politiche e giudiziarie, è fondamentale promuovere un dialogo aperto e inclusivo, che tenga conto delle diverse prospettive e che valorizzi il contributo di tutti coloro che vivono e lavorano in Italia.
- Documento ufficiale di Forza Italia sulla proposta di legge Ius Italiae.
- Analisi del rapporto tra cittadinanza europea e diritto nazionale in Italia.
- Legge 74/2025: conversione del decreto-legge 36/2025, disposizioni urgenti in materia di cittadinanza.
- Testo coordinato del decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36, cruciale per le modifiche alla cittadinanza.