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Ndrangheta, resa dei conti: Cassazione conferma condanne nel processo Handover

La Cassazione ha confermato le condanne per i vertici della cosca Pesce-Bellocco nel processo Handover, segnando un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata calabrese e riaffermando l'impegno dello stato.
  • Confermati 19 ricorsi su 21 contro le sentenze Handover.
  • Operazione del 2021 svela controllo cosca su Gioia Tauro.
  • 20 anni di reclusione per Rocco e Antonino Pesce.

La Corte di Cassazione ha respinto o dichiarato inammissibili ben 19 dei 21 ricorsi presentati contro le sentenze emesse in secondo grado dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria. Questa decisione segna un punto di svolta nella lotta contro la criminalità organizzata calabrese, rendendo definitive le pene per la maggior parte degli imputati. Per due soli imputati, Antonio Alessi e Giovan Battista Cacciola, è stato ordinato un nuovo dibattimento d’appello al fine di ricalcolare la pena.

L’indagine “Handover”, iniziata nel 2021 e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria, ha visto la collaborazione tra polizia, carabinieri e guardia di finanza. Denominata così per via di due filoni investigativi paralleli, “Handover” e “Pecunia Olet”, l’operazione ha messo in luce l’ampio controllo esercitato dalla cosca Pesce non solo nel traffico di sostanze stupefacenti e nelle richieste estorsive, ma anche nella gestione degli appalti pubblici, con particolare focus sul porto di Gioia Tauro, e nel settore della vendita alimentare al dettaglio su larga scala.

Dettaglio delle Condanne: Un Duro Colpo al Cuore della Cosca

Le condanne definitive rappresentano un duro colpo al cuore della cosca Pesce-Bellocco. Tra le figure di spicco condannate, spiccano:

  • Rocco Pesce: 20 anni di reclusione
  • Antonino Pesce (classe ’92): 20 anni
  • Antonino Pesce (classe ’91): 20 anni
  • Vincenzo Pesce (63 anni): 16 anni
  • Savino Pesce: 10 anni e 4 mesi
  • Giovanni Grasso: 10 anni e 8 mesi
  • Giuseppe Antonio Ferraro: 10 anni
  • Giuseppe Cacciola: 11 anni e 4 mesi
  • Cristian Pagano: 9 anni e 4 mesi
  • Gioacchino Bonarrigo: 9 anni e 8 mesi
  • Giuseppe Carmine Cannatà: 9 anni e 4 mesi
  • Pasquale Loiacono: 8 anni
  • Domenico Bellocco: 6 anni e 8 mesi
  • Rocco Bellocco: 6 anni e 8 mesi
  • Salvatore Consiglio: 6 anni e 8 mesi
  • Francesco Benito Palaia: 4 anni e 5 mesi
  • Salvatore Ferraro: 4 anni e 5 mesi
  • Domenico Preiti: 2 anni
  • Antonio Corrao: 1 anno e 8 mesi

Queste condanne, che arrivano fino a 20 anni di reclusione, testimoniano la gravità dei reati commessi e l’efficacia dell’azione investigativa e giudiziaria.

Cosa ne pensi?
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  • Interessante notare come la 'Ndrangheta si adatti... 🤯 Un'evoluzione......

Un Sistema Mafioso Ramificato e Infiltrato nell’Economia Legale

Secondo l’accusa, la cosca Pesce-Bellocco esercitava un controllo capillare sul territorio, condizionando l’economia legale e infiltrandosi in settori strategici. Questo controllo si manifestava attraverso diverse attività illecite, tra cui la gestione degli appalti pubblici, in particolare quelli gestiti dall’Autorità portuale di Gioia Tauro, e la gestione monopolistica della grande distribuzione alimentare. Le estorsioni legate alla compravendita dei terreni e il traffico di droga completavano il quadro di un sistema mafioso ramificato e pervasivo.

L’indagine “Handover” si colloca nel solco dell’operazione “Recherche” del 2017, che aveva già inferto colpi significativi alla cosca di Rosarno. Con le sentenze ormai definitive, si conferma un ulteriore e importante successo della magistratura antimafia calabrese nei confronti di uno dei clan più radicati nella Piana di Gioia Tauro. Il fermo di 53 persone ha consentito di smantellare le ramificazioni della cosca Pesce, sia per quanto concerne le attività criminali strettamente legate al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e alla gestione degli appalti nel porto di Gioia Tauro, sia sul fronte economico-imprenditoriale.

Un Nuovo Capitolo nella Lotta alla Criminalità Organizzata: Verso un Futuro Più Sicuro

La conferma delle condanne nel processo “Handover” rappresenta un momento cruciale nella lotta contro la ‘Ndrangheta. Questo successo giudiziario non solo punisce i responsabili di gravi crimini, ma invia anche un messaggio forte e chiaro: lo Stato è presente e determinato a contrastare la criminalità organizzata in tutte le sue forme. La sinergia tra le forze dell’ordine e la magistratura, unita alla determinazione nel colpire i patrimoni illeciti, rappresenta la strada maestra per liberare il territorio calabrese dalla morsa della mafia e garantire un futuro più sicuro e prospero per i suoi cittadini.

Riflessioni Legali e Personali: Oltre la Sentenza, la Responsabilità Civile

Amici lettori, questa sentenza è molto più di un elenco di nomi e anni di carcere. Ci ricorda che la lotta alla mafia è una responsabilità condivisa. La legge, nel suo rigore, è uno strumento fondamentale, ma non sufficiente.

Una nozione base di legale correlata al tema è la confisca dei beni. Essa permette di sottrarre alla criminalità organizzata le risorse economiche accumulate illecitamente, privandola della sua forza e restituendo alla collettività i beni sottratti.

Una nozione di legale avanzata è invece il concetto di responsabilità degli enti (D. Lgs. 231/2001). Questa normativa introduce la responsabilità delle società per i reati commessi dai propri amministratori o dipendenti, incentivando l’adozione di modelli organizzativi e di controllo idonei a prevenire la commissione di reati. Nel contesto della lotta alla ‘Ndrangheta, questa normativa può essere utilizzata per colpire le imprese colluse con la criminalità organizzata, privandole della possibilità di partecipare ad appalti pubblici e di operare legalmente.

Dobbiamo interrogarci su cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per contrastare la cultura dell’illegalità e promuovere i valori della legalità e della giustizia. Non possiamo delegare tutto allo Stato. Dobbiamo essere cittadini attivi, consapevoli e responsabili. Solo così potremo costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni future.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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