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- Annullata la condanna a 29 anni e 6 mesi per Prostamo.
- Vangeli scomparso tra il 9 e 10 ottobre 2018.
- Fratello di Prostamo già condannato a 17 anni per il delitto.
La Corte di Cassazione, con sentenza del 24 giugno 2025, ha riaperto il caso relativo alla tragica scomparsa di Francesco Vangeli, il 25enne svanito nel nulla nella notte tra il 9 e il 10 ottobre 2018. La decisione ha invalidato, con rinvio, la condanna a 29 anni e 6 mesi di reclusione inflitta ad Antonio Prostamo, accusato di aver materialmente partecipato all’omicidio. Questa svolta processuale, in seguito all’accoglimento del ricorso presentato dagli avvocati Sergio Rotundo e Alice Massara, implica un nuovo processo d’Appello per Prostamo, aprendo nuovi scenari per le indagini e il procedimento giudiziario.
I Fatti: Scomparsa, Omicidio e Mancato Ritrovamento del Corpo
Francesco Vangeli, originario di Scaliti di Filandari, in provincia di Vibo Valentia, svanì in circostanze avvolte nel mistero. Le investigazioni si concentrarono rapidamente su Antonio Prostamo, 36 anni, di San Giovanni di Mileto, individuato come uno dei responsabili della sua sparizione e del successivo assassinio. *Stando all’impianto accusatorio, Vangeli sarebbe stato ingannato e condotto in un’imboscata, colpito a morte con un’arma da fuoco, sigillato in un involucro di plastica e, ancora in vita, gettato nel fiume Mesima.* Il cadavere della vittima non è mai stato localizzato, nonostante le approfondite ricerche condotte dalle forze dell’ordine. Il ritrovamento dell’auto di Vangeli, data alle fiamme nei pressi dello svincolo autostradale di Mileto, rafforzò ulteriormente l’ipotesi dell’omicidio premeditato.
Secondo l’accusa, le ragioni dietro questo crimine efferato sarebbero radicate in una complessa trama di relazioni e debiti. In particolare, venne ipotizzato un movente passionale legato ad una donna contesa, Alessia Pesce, e un debito di droga che Vangeli avrebbe contratto con Giuseppe Prostamo, fratello di Antonio, già condannato in via definitiva a 17 anni, 6 mesi e 20 giorni per lo stesso delitto. Un altro elemento contestato era la mancata restituzione di una pistola che i fratelli Prostamo avevano affidato a Vangeli.
- Speriamo che questo nuovo processo porti finalmente chiarezza ⚖️......
- Trovo assurdo che Prostamo sia stato rilasciato 😠......
- E se Vangeli fosse ancora vivo 🤔...?...
Il Percorso Giudiziario: Condanne, Appelli e la Decisione della Cassazione
Il procedimento a carico di Antonio Prostamo si è articolato in diverse fasi. In primo grado, Prostamo ricevette una condanna a 30 anni di reclusione con rito ordinario. Nel successivo grado di giudizio, la pena fu lievemente ridotta a 29 anni e 6 mesi, in seguito alla caduta di due accuse minori (tentata violenza privata e danneggiamento) per mancanza di querela. Tuttavia, la Corte di Cassazione, accogliendo le argomentazioni presentate dai difensori di Prostamo, ha annullato con rinvio la condanna, ordinando un nuovo processo di secondo grado. Questa decisione si basa su presunti errori procedurali o su una diversa interpretazione delle prove raccolte nel corso delle indagini. La Cassazione ha ritenuto necessario un ulteriore approfondimento della vicenda, rimettendo la decisione finale ai giudici d’Appello.
La decisione della Cassazione ha determinato l’immediato rilascio di Antonio Prostamo dal carcere di Terni dove si trovava recluso. Il rilascio si è verificato per il superamento dei limiti temporali massimi di detenzione cautelare. Prostamo affronterà pertanto il nuovo giudizio d’Appello in libertà.

Implicazioni Legali e Riflessioni sul Caso Vangeli
La decisione della Cassazione di annullare la condanna per Antonio Prostamo e disporre un nuovo processo d’Appello solleva importanti questioni legali e processuali. L’annullamento con rinvio indica che la Suprema Corte ha riscontrato delle criticità nella sentenza di secondo grado, tali da richiedere un nuovo esame della vicenda. Questo potrebbe riguardare la valutazione delle prove, l’interpretazione delle norme giuridiche o la sussistenza di vizi procedurali. Il nuovo processo d’Appello dovrà quindi riesaminare l’intero caso alla luce delle indicazioni fornite dalla Cassazione, cercando di colmare le lacune e risolvere le incertezze che hanno portato all’annullamento della precedente condanna.
Il caso Vangeli, caratterizzato dalla scomparsa della vittima e dalla mancanza del ritrovamento del corpo, rappresenta una sfida complessa per il sistema giudiziario. La ricostruzione dei fatti si basa su indizi, testimonianze e intercettazioni, elementi che devono essere valutati con estrema attenzione per accertare la verità e garantire un giusto processo. La decisione della Cassazione dimostra la volontà di non lasciare nulla di intentato e di assicurare che ogni aspetto del caso sia esaminato con la massima scrupolosità.
Verità e Giustizia: Un Nuovo Capitolo per il Caso Vangeli
La decisione della Cassazione segna un nuovo capitolo nella complessa vicenda dell’omicidio di Francesco Vangeli. L’annullamento della condanna per Antonio Prostamo e la disposizione di un nuovo processo d’Appello non significano una sua assoluzione, ma piuttosto la necessità di un ulteriore approfondimento della vicenda. La Corte ha ritenuto che vi siano elementi meritevoli di un riesame, aprendo la strada a nuove valutazioni e possibili scenari processuali. La scarcerazione di Prostamo, dovuta alla decorrenza dei termini di custodia cautelare, non pregiudica il suo status di imputato e la sua responsabilità penale, che dovranno essere accertate nel corso del nuovo processo.
Il caso Vangeli rimane un monito sulla fragilità della vita e sulla necessità di garantire giustizia alle vittime e ai loro familiari. La ricerca della verità, anche a distanza di anni, è un dovere imprescindibile per la società e per il sistema giudiziario. La speranza è che il nuovo processo d’Appello possa fare piena luce sui fatti e fornire risposte concrete alle domande ancora aperte, portando alla definitiva affermazione della giustizia.
Amici lettori, riflettiamo insieme su questo caso complesso. La decisione della Cassazione, pur non essendo una sentenza definitiva, ci ricorda l’importanza del principio del “favor rei” nel diritto penale: in caso di dubbio, si deve favorire l’imputato. Questo principio, sancito dall’articolo 27 della Costituzione Italiana, garantisce che nessuno sia considerato colpevole fino alla condanna definitiva. Una nozione legale avanzata, applicabile a questo caso, è quella del “nesso causale”: per condannare qualcuno per omicidio, è necessario provare un legame diretto tra la sua condotta e la morte della vittima. Nel caso Vangeli, la mancanza del ritrovamento del corpo rende più complessa la prova del nesso causale, richiedendo un’attenta valutazione di tutti gli indizi e le prove disponibili. Questo ci spinge a riflettere sulla complessità del sistema giudiziario e sulla necessità di bilanciare la ricerca della verità con la tutela dei diritti individuali.