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- Decadenza CPB: attività non dichiarate superiori al 30% dei ricavi.
- Avviso bonario: 60 giorni per pagare integralmente ed evitare la decadenza.
- Revoca volontaria: comunicazione entro il 30 settembre 2025.
Il Concordato Preventivo Biennale (CPB), introdotto con l’obiettivo di stabilire una maggiore certezza nei rapporti tributari tra l’Amministrazione Finanziaria e i contribuenti, ha subito diverse modifiche e chiarimenti nel corso del tempo. In particolare, la disciplina relativa alla decadenza dal CPB ha destato notevoli interrogativi, soprattutto in relazione alle conseguenze del mancato versamento delle somme dovute a seguito di comunicazioni di irregolarità.
L’articolo 22 del D. Lgs. n. 13/2024 delinea i motivi che possono portare alla perdita del concordato, facendo riferimento alle condizioni di accesso e alle ragioni di esclusione originarie. Tra i fattori che causano la cessazione degli effetti del concordato per entrambi gli anni, rientrano: la constatazione di attività non dichiarate o l’assenza di passività dichiarate per un importo superiore al 30% dei ricavi rendicontati; la modifica o l’integrazione della dichiarazione dei redditi che altera la quantificazione dei redditi; l’inserimento di dati che non collimano con quelli forniti per la definizione della proposta di concordato; il venir meno dei presupposti per accedere al concordato.
Una delle questioni più dibattute riguarda le conseguenze della decadenza dal CPB in termini di versamento delle imposte. L’articolo 22, comma 3-bis, chiarisce che in caso di perdita del concordato, le imposte e i contributi calcolati sulla base del reddito e del valore della produzione netta concordati rimangono dovuti, qualora superino i valori effettivi conseguiti. Ciò implica che, anche se il contribuente decade dal concordato, sarà comunque tenuto a versare le imposte basate sul reddito pattuito, nel caso in cui questo sia superiore a quello effettivamente realizzato. Questa disposizione mira a scoraggiare tentativi di elusione da parte dei contribuenti che potrebbero essere indotti a rinunciare al CPB qualora constatassero che il loro reddito reale è inferiore a quello concordato.
Le Nuove Disposizioni e la Circolare n. 9/E/2025
La circolare n. 9/E/2025 dell’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori chiarimenti in merito alla disciplina del CPB, in particolare riguardo alla decadenza in caso di ricezione di una comunicazione di irregolarità. L’articolo 15 del D. Lgs. n. 81/2025 ha introdotto un elemento di maggiore ragionevolezza, stabilendo che la decadenza si verifica solo decorso un termine di 60 giorni dal ricevimento dell’avviso bonario, a condizione che entro tale termine non venga effettuato il pagamento integrale delle somme dovute.
L’Agenzia delle Entrate ha precisato che il versamento deve essere eseguito in un’unica soluzione, senza la possibilità di avvalersi della dilazione ordinariamente prevista. Ciò significa che, se il contribuente non salda l’intera somma entro 60 giorni, decade automaticamente dal regime del concordato per entrambi gli anni di adesione. Al contrario, il versamento effettuato tramite ravvedimento operoso, prima della ricezione della comunicazione di irregolarità, non comporta la perdita dell’istituto.

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Revoca Volontaria e Termini per la Comunicazione
È importante distinguere tra la decadenza dal CPB e la revoca volontaria da parte del contribuente. Nel caso di revoca volontaria, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la rinuncia all’adesione a una proposta CPB deve essere effettuata per via telematica rispettando gli stessi termini previsti per l’adesione stessa. L’annullamento può essere comunicato entro il 30 settembre 2025 unicamente tramite invio separato, compilando il frontespizio del modello REDDITI 2025, inserendo il codice 2 (“Revoca”) nella casella “Comunicazione CPB”.
Per i soggetti il cui periodo d’imposta non coincide con l’anno solare, è possibile ritirare una proposta precedentemente accettata per il biennio 2025-2026 entro l’ultimo giorno del nono mese successivo alla chiusura del periodo d’imposta. In caso di revoca volontaria, non trova applicazione la previsione di cui al comma 3-bis dell’articolo 22, che stabilisce il versamento delle imposte calcolate sul reddito concordato se superiore a quello effettivo.
Verso un Equilibrio tra Certezza e Flessibilità: Riflessioni Conclusive
La disciplina del Concordato Preventivo Biennale, pur mirando a garantire certezza e stabilità nei rapporti tributari, presenta ancora alcune criticità. L’esclusione del pagamento rateale delle somme dovute a seguito di avvisi bonari, ad esempio, appare eccessivamente punitiva e rischia di vanificare la finalità collaborativa del concordato. È auspicabile che l’Amministrazione Finanziaria adotti un approccio più flessibile, tenendo conto delle difficoltà che i contribuenti possono incontrare nel rispettare i termini di pagamento.
Amici lettori, in questo complesso scenario del diritto tributario, è fondamentale comprendere alcuni concetti chiave. Ad esempio, il principio di capacità contributiva, sancito dall’articolo 53 della Costituzione Italiana, stabilisce che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità economica. Nel contesto del CPB, questo principio si traduce nella necessità di garantire che il carico fiscale sia proporzionato alla reale capacità del contribuente, evitando di imporre oneri eccessivi che potrebbero compromettere la sua attività economica.
Un concetto più avanzato, ma altrettanto rilevante, è quello dell’abuso del diritto. L’abuso del diritto si verifica quando un contribuente, pur rispettando formalmente le norme tributarie, pone in essere operazioni prive di sostanza economica al solo scopo di ottenere un indebito vantaggio fiscale. Nel contesto del CPB, l’abuso del diritto potrebbe configurarsi qualora un contribuente aderisca al concordato con l’intento di sfruttare le disposizioni a proprio vantaggio, ad esempio dichiarando un reddito inferiore a quello effettivo o omettendo di comunicare informazioni rilevanti all’Amministrazione Finanziaria.
Riflettiamo insieme: il sistema tributario dovrebbe essere uno strumento di equità e di crescita, non un labirinto di regole in cui solo i più esperti riescono a orientarsi. Il Concordato Preventivo Biennale, con le sue luci e ombre, ci invita a interrogarci sul ruolo del Fisco nella nostra società e sulla necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze di gettito e la tutela dei diritti dei contribuenti.