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- Pansini presidente dell'UCPI dal 1987 al 1990, pilastro del diritto.
- A soli 25 anni, segue le orme del padre avvocato.
- Difese coraggiose, anche di brigatisti, nonostante le minacce subite.
Scompare il Prof. Gustavo Pansini, pilastro del diritto penale italiano
Il mondo dell’avvocatura italiana è in lutto per la scomparsa del Prof. Gustavo Pansini, figura di spicco nel panorama giuridico nazionale. La sua dipartita segna la fine di un’era per il diritto penale, lasciando un vuoto incolmabile tra colleghi, allievi e quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo.
Il Prof. Pansini, nato a Napoli il 9 agosto 1933, ha dedicato la sua vita allo studio e all’insegnamento del diritto, diventando un punto di riferimento per generazioni di giuristi. La sua carriera, costellata di successi e riconoscimenti, lo ha visto ricoprire ruoli di prestigio, tra cui la presidenza dell’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI) dal 1987 al 1990 e della Camera Penale di Napoli.
La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di cordoglio in tutto il paese. L’UCPI ha espresso il suo profondo dolore per la perdita di un “maestro indimenticato di diritto processuale penale”, sottolineando il suo contributo fondamentale alla costruzione dell’identità culturale e associativa dell’Unione. La Camera Penale di Napoli ha ricordato Pansini come un “insigne maestro” e un “punto di riferimento per intere generazioni di penalisti”.
Una vita dedicata al diritto e alla difesa dei diritti
Il Prof. Pansini non è stato solo un brillante accademico, ma anche un avvocato penalista di grande esperienza e coraggio. Iscritto all’albo a soli 25 anni, ha ereditato dal padre Giovanni, definito un “maestro senza cattedra”, la passione per la professione forense. Nel corso della sua carriera, ha saputo coniugare l’attività didattica con quella professionale, diventando un punto di riferimento sia nelle aule universitarie che nei tribunali.
La sua dedizione alla difesa dei diritti è stata messa alla prova in anni difficili, segnati dalla violenza e dal terrorismo. In un’epoca in cui gli imputati rifiutavano le difese, Pansini non si è tirato indietro, assumendo la difesa d’ufficio di alcuni brigatisti. Questo coraggioso gesto lo ha esposto a gravi rischi, culminati in un’aggressione durante un colloquio in carcere. Nonostante le minacce e le difficoltà, Pansini non ha mai rinunciato al suo impegno professionale, dimostrando un’incrollabile fede nei principi del giusto processo.
L’integrità e la fervente sensibilità liberale, caratteristiche distintive del personaggio in questione, lo hanno indotto ad assumere la difesa di personalità controverse come l’ex ministro Franco De Lorenzo nell’ambito dei processi noti come Tangentopoli. Pansini ha costantemente ribadito che ogni individuo merita di godere del diritto alla difesa, senza alcuna forma di discriminazione.

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L’eredità accademica e l’impegno associativo
Oltre all’attività forense, il Prof. Pansini ha svolto un’intensa attività accademica, insegnando presso l’Università di Urbino, dove ha ricoperto anche il ruolo di preside della facoltà di Giurisprudenza, e l’Università di Roma Tor Vergata. Le sue pubblicazioni scientifiche hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo del diritto processuale penale.
Il suo impegno non si è limitato all’ambito accademico e professionale. Pansini è stato un attivo protagonista della vita associativa forense, fondando e presiedendo l’Unione Nazionale Camere Penali e dirigendo per 25 anni la rivista “Archivio Penale”. La sua presenza e il suo pensiero sono stati sempre apprezzati e rispettati dalla comunità giuridica italiana.
La sua scomparsa rappresenta una grave perdita per l’Università di Urbino, che ha espresso il suo cordoglio per la perdita di una “figura di grande valore, stimatissima nel mondo accademico”. Il rettore Giorgio Calcagnini ha sottolineato la sua generosità verso i più giovani e la sua dedizione al diritto.
Un’eredità di libertà e giustizia: il ricordo del Prof. Pansini
Gustavo Pansini, figura eminente della professione legale, rappresenta i valori fondanti dell’arte forense: integrità, competenza, coraggio e dedicata lotta per i diritti. La notizia della sua scomparsa crea una mancanza difficile da colmare; tuttavia, il suo lascito permane vivo nei cuori degli individui che hanno avuto l’opportunità di avvicinarsi a lui ed estrarre insegnamenti preziosi.
L’ardente impegno del Professore a favore della libertà e della giustizia insieme alla fervente passione verso il diritto, nonché al profondo senso umano, rappresentano motivi ispiratori per gli aspiranti avvocati del futuro. Il suo ricordo verrà celebrato da chiunque nutra fede in un sistema giuridico improntato all’equità e al rispetto dei diritti universali.
Riflessioni conclusive: Oltre la scomparsa, l’eredità di un Maestro
La perdita del Prof. Pansini offre spunti di rilettura sull’importanza strategica dell’avvocatura penale nel contesto attuale della nostra società. L’esercizio della difesa rappresenta un diritto inalienabile, come stabilito dalla nostra Costituzione; in questa luce l’avvocato assume la funzione critica di tutore di tale prerogativa fondamentale. In accordo con gli insegnamenti che ci ha trasmesso il Prof. Pansini, chi esercita questa professione non può limitarsi a svolgere compiti legali, ma deve rivestire anche i panni dell’eroe della libertà individuale, opporsi ai soprusi attraverso la salvaguardia dei valori fondanti del giusto processo e farsi scudo contro ogni ingiustizia.
Dal punto di vista normativo elementare, va rimarcata la garanzia universale che assicura a ciascun cittadino il supporto legale imprescindibile; persino quelli privi delle risorse economiche necessarie possono fruire delle prestazioni di un avvocato tramite meccanismi quali il gratuito patrocinio – una pietra angolare nell’effettivo accesso alla giustizia per ogni segmento sociale. Proseguendo verso analisi più sofisticate, si rende necessario comprendere come si stia evolvendo la disciplina penale unitamente alle problematiche emergenti dall’innovazione tecnologica e ai nuovi paradigmi criminosi: oggi più che mai l’avvocatura penale necessita di continua formazione e aggiornamento al fine di offrire una tutela tempestiva ed efficace nei confronti degli assistiti.
L’immagine del Prof. Pansini ci costringe a meditare sul significato intrinseco della pratica legale e sul nostro posto nella comunità. Ci viene richiesto di assumerci il compito non soltanto come esperti in campo giuridico, ma anche come individui dotati di cultura, in grado di interpretare le necessità collettive e apportare il proprio contributo alla realizzazione di una società più equa e libera. L’eredità che ci ha lasciato è una sollecitazione a ricordare sempre i valori fondanti della nostra professione, impegnandoci con costanza per salvaguardare i diritti universali.