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Tax Control Framework: Semplifica la tua fiscalità e dormi sonni tranquilli

Scopri come il TCF opzionale e l'adempimento collaborativo possono trasformare il rapporto tra la tua impresa e il fisco, riducendo rischi e sanzioni.
  • TCF opzionale: Accessibile alle PMI, offre benefici su sanzioni.
  • Regolamento CNF n. 2: Avvocati abilitati dal 12 agosto 2025.
  • Formazione certificatori: Almeno 80 ore e test di valutazione.

L’introduzione del Tax Control Framework (TCF) opzionale e l’evoluzione del regime di adempimento collaborativo rappresentano due pilastri fondamentali nella trasformazione del rapporto tra imprese e fisco in Italia. Questi strumenti, disciplinati rispettivamente dall’art. 7-bis del d.lgs. 128/2015 e dal DM 9 luglio 2025, e dal D.lgs. 128/2015 aggiornato dal D.lgs. 221/2024, mirano a instaurare un dialogo più trasparente e collaborativo, premiando la compliance e la gestione responsabile del rischio fiscale.

Il Tax Control Framework Opzionale: Un’Opportunità per le PMI

Il TCF opzionale si configura come un sistema certificato di gestione del rischio fiscale, accessibile anche alle piccole e medie imprese (PMI) che non raggiungono le soglie dimensionali per l’adempimento collaborativo. Questo regime offre benefici significativi in termini di sanzioni e reputazione, incentivando le imprese a dotarsi di un presidio organizzativo solido ma proporzionato alle proprie dimensioni. L’opzione per il TCF, esercitabile tramite comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate, richiede la predisposizione di una serie di documenti, tra cui la descrizione dell’attività, la strategia fiscale approvata dall’organo amministrativo, il Tax Compliance Model, la mappa dei processi aziendali, la mappa dei rischi fiscali e la certificazione del TCF. Quest’ultima, rilasciata da professionisti indipendenti, attesta l’effettiva implementazione del sistema e la sua coerenza con i presidi contabili previsti dalle Linee guida settoriali. La certificazione deve essere munita di “data certa” anteriore all’esercizio dell’opzione, a garanzia della sua effettiva operatività.

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  • Finalmente un approccio che semplifica la vita delle imprese...👍...
  • Troppi oneri burocratici e finanziari per le PMI... 👎...
  • E se il TCF diventasse un nuovo strumento di controllo... 🤔...

La Mappatura dei Rischi Fiscali: Un Elemento Chiave

La mappatura dei rischi fiscali rappresenta un elemento centrale del TCF opzionale. Le indicazioni settoriali chiariscono che questa analisi non si limita a delineare i rischi legati alla conformità operativa, ma deve altresì comprendere i meccanismi di salvaguardia per le rilevanti aree contabili, assicurando la piena armonia con il sistema di controllo interno stabilito dalla legge 262/2005 o con standard globali come il Sarbanes-Oxley Act. L’identificazione dei rischi privilegia quelli di natura operativa e contabile, includendo quelli scaturiti dall’applicazione dei principi contabili, mentre le questioni interpretative sono di solito trattate in documenti separati. Un aspetto delicato riguarda il disallineamento temporale tra la durata biennale dell’opzione e la frequenza triennale della certificazione, che potrebbe comportare un aggravio organizzativo e finanziario per le imprese.

Adempimento Collaborativo: Il Ruolo del Certificatore Fiscale

Parallelamente all’introduzione del TCF opzionale, il regime di adempimento collaborativo, introdotto dal D.lgs. 128/2015 e recentemente aggiornato dal D.lgs. 221/2024, continua a evolversi. L’Amministrazione finanziaria ha specificato con maggiore chiarezza i compiti del certificatore fiscale, mediante la diffusione di nuove direttive attuative che integrano le linee guida rese pubbliche nel mese di gennaio. La pietra angolare del sistema di adempimento collaborativo risiede nella creazione di un Tax Control Framework (TCF), un sistema accreditato che necessita di essere modellato su misura per rispecchiare fedelmente la specifica struttura organizzativa e le attività aziendali. La legge ha riservato l’attività di certificatore fiscale ai soli avvocati e commercialisti. Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha pubblicato il regolamento (Regolamento CNF 11 luglio 2025, n.2) che stabilisce le regole per l’elenco degli avvocati abilitati a svolgere questa funzione, divenuto operativo il 12 agosto 2025. Per iscriversi all’elenco, gli avvocati devono possedere determinati requisiti di onorabilità, svolgere un percorso formativo di almeno 80 ore e superare un test di valutazione. L’iscrizione all’elenco comporta l’obbligo di comunicare il venir meno dei requisiti di onorabilità, l’avvio di procedimenti penali rilevanti e la ricezione di atti impositivi superiori a 50.000 euro per maggiori imposte accertate. Nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate segnali una certificazione non veritiera, il CNF può ordinare la sospensione cautelare o la rimozione dall’elenco. La validità della certificazione è di tre anni e richiede un aggiornamento in presenza di mutamenti significativi nel sistema di gestione del rischio fiscale.

Verso una Fiscalità Più Trasparente e Collaborativa: Un Nuovo Paradigma

L’introduzione del TCF opzionale e l’evoluzione del regime di adempimento collaborativo rappresentano un cambio di paradigma nella fiscalità d’impresa. Questi strumenti, se ben calibrati e implementati, possono rafforzare la certezza del diritto, ridurre il rischio sanzionatorio, migliorare la governance aziendale e promuovere una cultura della compliance. Tuttavia, è fondamentale che le imprese siano consapevoli degli oneri organizzativi e finanziari che questi regimi comportano, e che l’Amministrazione finanziaria adotti un approccio flessibile e proporzionato, tenendo conto delle dimensioni e delle risorse delle imprese destinatarie. Solo così si potrà elevare il ruolo della fiscalità da mero obbligo burocratico a strumento concreto per la competitività e la durata economica.

Amici lettori, riflettiamo insieme su un aspetto cruciale: la buona fede del contribuente. Nel diritto tributario, la buona fede è un principio fondamentale che permea l’intero rapporto tra fisco e cittadino. Un contribuente che agisce in buona fede, ovvero con onestà e correttezza, ha diritto a un trattamento più favorevole da parte dell’Amministrazione finanziaria. Questo significa che, in caso di errori o omissioni, la buona fede può attenuare le sanzioni o addirittura escluderle.

Approfondiamo ora un concetto legale più avanzato: l’abuso del diritto. L’abuso del diritto si verifica quando un contribuente, pur rispettando formalmente le norme tributarie, le utilizza in modo distorto per ottenere vantaggi fiscali indebiti. In questi casi, l’Amministrazione finanziaria può disconoscere i vantaggi fiscali ottenuti e recuperare le imposte evase.
Questi concetti ci invitano a una riflessione profonda: la fiscalità non è solo una questione di numeri e adempimenti, ma anche di etica e responsabilità sociale. Un sistema fiscale giusto ed efficiente si basa sulla fiducia reciproca tra fisco e cittadini, sulla trasparenza e sulla collaborazione. Solo così potremo costruire un futuro economico più solido e sostenibile per tutti.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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