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- La Cassazione conferma il licenziamento per abuso del congedo: ordinanza 24922.
- Il lavoratore ha usufruito di 46 giorni di congedo, abusandone in 5.
- L'uso improprio viola i principi di correttezza verso datore e INPS.
Licenziamento Legittimo per Abuso del Congedo Parentale: La Sentenza che Fa Discutere
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza destinata a far discutere, delineando con precisione i confini del congedo parentale e le conseguenze derivanti da un suo utilizzo improprio. La decisione, resa pubblica il 9 settembre 2025 con l’ordinanza n. 24922, ha confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa di un lavoratore che, durante il periodo di congedo, anziché dedicarsi alla cura del figlio, aveva prestato attività lavorativa presso lo stabilimento balneare della moglie. Questo verdetto pone l’accento sulla natura e sulla finalità del congedo parentale, ribadendo che si tratta di uno strumento a tutela della genitorialità e non di un periodo di vacanza retribuita.
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I Fatti: Un Padre al Lavoro Invece che con il Figlio
Il caso specifico riguarda un padre che aveva richiesto un periodo di congedo parentale per assistere il figlio di tre anni. Tuttavia, il datore di lavoro, insospettito, ha incaricato degli investigatori privati di monitorare le attività del dipendente durante il periodo di assenza. Le indagini hanno rivelato che l’uomo, in diverse occasioni, era impegnato ad aiutare la moglie nella gestione del loro stabilimento balneare, lasciando il bambino alle cure dei nonni o di una baby-sitter. Di fronte alle prove raccolte, il datore di lavoro ha proceduto al licenziamento per giusta causa, contestando al dipendente l’abuso del diritto al congedo parentale. Il lavoratore si è difeso sostenendo che, su un totale di 46 giorni di congedo, solo in 5 occasioni era stato trovato lontano dal figlio. Ciononostante, la Suprema Corte ha rigettato tale istanza, statuendo che persino un uso marginale del congedo per scopi non pertinenti alla custodia del minore configura un illecito esercizio del diritto.

La Decisione della Cassazione: Un Abuso del Diritto che Giustifica il Licenziamento
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, ribadendo che il congedo parentale è un diritto finalizzato esclusivamente alla cura diretta del bambino. L’ordinanza precisa che qualsiasi attività lavorativa svolta durante il congedo, che non sia direttamente connessa all’assistenza del figlio, costituisce un abuso del diritto. I giudici hanno sottolineato che la _ratio_ del beneficio è quella di garantire la presenza effettiva del genitore accanto al figlio nei primi anni di vita, e che l’assenza dal lavoro deve essere direttamente collegata all’esigenza di assistenza del minore. La Cassazione ha inoltre rimarcato che l’impiego non appropriato del congedo parentale non solo disattende la finalità intrinseca dell’istituto, ma costituisce altresì una violazione dei principi di correttezza e lealtà nei confronti sia del datore di lavoro che dell’ente previdenziale (INPS), responsabile dell’erogazione dell’indennità sostitutiva della retribuzione durante tale periodo.
Implicazioni e Riflessioni: Verso una Maggiore Consapevolezza del Congedo Parentale
La sentenza della Cassazione solleva importanti questioni sull’utilizzo del congedo parentale e sulla necessità di una maggiore consapevolezza dei diritti e dei doveri che ne derivano. Questa decisione, insieme ad altre precedenti sentenze, conferma l’orientamento rigoroso dei tribunali italiani in materia di congedo parentale, sottolineando l’importanza di un utilizzo responsabile e coerente con la sua finalità primaria: la cura del bambino. Il caso in questione evidenzia anche il ruolo del datore di lavoro nel monitorare l’utilizzo dei permessi e dei congedi, e la legittimità di avvalersi di investigatori privati per accertare eventuali abusi. Tuttavia, è fondamentale che tali controlli siano effettuati nel rispetto delle norme vigenti e dei diritti del lavoratore.
Un Equilibrio Delicato: Riflessioni Finali sul Congedo Parentale
Il congedo parentale, come abbiamo visto, è un diritto sacrosanto, un’opportunità preziosa per i genitori di dedicarsi alla crescita dei propri figli nei primi anni di vita. Ma, come ogni diritto, porta con sé delle responsabilità. La sentenza che abbiamo analizzato ci ricorda che questo strumento non è una vacanza retribuita, né un’occasione per svolgere altre attività lavorative. È un tempo dedicato esclusivamente alla cura e all’affetto del bambino.
Ora, immagina di essere nei panni di quel padre. Forse, spinto dalla necessità di aiutare la moglie, ha pensato di poter conciliare il lavoro con la cura del figlio. Forse non si è reso conto della gravità del suo gesto. Ma la legge è chiara: il congedo parentale ha una finalità ben precisa, e chi la tradisce rischia conseguenze serie.
_Una nozione base di legale_ che si applica in questo caso è il principio di buona fede nell’esecuzione del contratto di lavoro. Questo significa che sia il datore di lavoro che il dipendente devono comportarsi in modo corretto e leale, evitando comportamenti che possano danneggiare l’altra parte. Nel caso del congedo parentale, il dipendente deve utilizzare il permesso in modo coerente con la sua finalità, senza abusare del diritto.
_Una nozione di legale avanzata_ è il concetto di abuso del diritto. Questo si verifica quando un soggetto, pur esercitando un diritto formalmente riconosciuto, lo fa in modo da ledere gli interessi di un altro soggetto, o da snaturare la funzione stessa del diritto. Nel caso del congedo parentale, l’abuso del diritto si configura quando il dipendente utilizza il permesso per finalità diverse dalla cura del figlio, causando un danno al datore di lavoro e all’ente previdenziale.
Questa vicenda ci invita a riflettere sul valore del tempo, sulla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, e sulla necessità di trovare un equilibrio tra i nostri diritti e le nostre responsabilità. Ci spinge a interrogarci su cosa significhi essere genitori oggi, in una società che spesso ci chiede di essere sempre presenti, sempre efficienti, sempre performanti. E ci ricorda che, a volte, la cosa più importante è semplicemente esserci, per i nostri figli.