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Cooperative compliance: chi potrà beneficiare della deroga?

Scopri come l'apertura alle imprese senza certificazione TCF preventiva per il biennio 2024-2025 potrebbe rivoluzionare il sistema fiscale italiano e quali sono le implicazioni per le aziende.
  • Aperta la cooperative compliance senza certificazione TCF nel 2024-2025.
  • Ammissione dal 1° gennaio 2026, certificazione entro il 30 giugno 2026.
  • 83 imprese bloccate in attesa di certificazione.

Svolta nella Cooperative Compliance: Apertura alle Imprese Senza Certificazione TCF Preventiva

Una significativa novità scuote il panorama della cooperative compliance in Italia. Per il biennio 2024-2025, le imprese avranno la possibilità di accedere al regime di adempimento collaborativo senza l’obbligo di possedere la certificazione preventiva del Tax Control Framework (TCF). Questa deroga, annunciata dal Viceministro Maurizio Leo durante un evento promosso dall’Agenzia delle Entrate, dal MEF e da Confindustria il 22 settembre 2025, rappresenta un cambio di rotta rispetto all’orientamento precedente.

Le società che hanno presentato istanza di accesso alla cooperative compliance nel 2024 e 2025 potranno entrare nel regime a partire dal 1° gennaio 2026, senza dover attendere il completamento della certificazione del TCF. La certificazione dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2026. Questa decisione elimina un ostacolo procedurale che aveva finora bloccato l’ammissione di numerose aziende al sistema collaborativo.

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Le Ragioni Dietro la Deroga: Formazione dei Professionisti e Scelta dei Certificatori

La deroga si giustifica con la necessità di garantire ai professionisti, non esonerati dagli obblighi formativi, il tempo necessario per completare il percorso di qualificazione per la certificazione. Allo stesso tempo, permette alle imprese di avere a disposizione un numero sufficiente di certificatori tra cui scegliere. La normativa precedente si limitava a rinviare la scadenza per la presentazione della certificazione al 31 dicembre 2025, lasciando però in sospeso l’effettiva ammissione delle aziende al sistema collaborativo. Grazie a questa nuova impostazione, le aziende che avanzano richiesta nel corso del 2024 e del 2025 potranno iniziare a beneficiare concretamente del regime già a partire dal 1° gennaio 2026.

Confindustria Preme per un Fisco che Premi le Aziende Virtuose

Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Lombardia, ha sottolineato l’importanza di un sistema fiscale che premi le aziende virtuose, scoraggi i comportamenti distorsivi ed eviti i contenziosi. Durante il convegno “Adempimento collaborativo: patti chiari, per imprese forti”, Pasini ha evidenziato come la Lombardia, con il 23% del PIL nazionale, contribuisca maggiormente al bilancio statale. Un rafforzamento del patto sociale tra imprese e istituzioni porterebbe benefici all’intero Paese. Pasini ha inoltre auspicato una maggiore rapidità e semplificazione dei tempi di risposta da parte delle istituzioni, anche in una prospettiva di attrazione degli investimenti.

83 Imprese Bloccate: Una Situazione in Evoluzione

Nonostante i progressi, la situazione rimane complessa. Ben 83 imprese, pronte ad aderire al regime dell’adempimento collaborativo, si trovano bloccate a causa della mancanza di certificazione. Questa attuazione a metà rappresenta una sfida per l’Agenzia delle Entrate, il Ministero dell’Economia e Confindustria, che hanno investito molto in questa iniziativa. La deroga introdotta per il biennio 2024-2025 mira a sbloccare questa situazione e a dare un nuovo impulso alla cooperative compliance.

Verso un Nuovo Equilibrio Fiscale: Riflessioni sul Futuro della Cooperative Compliance

La decisione di consentire l’accesso alla cooperative compliance senza la certificazione preventiva del TCF rappresenta un passo importante verso un sistema fiscale più flessibile e collaborativo. Tuttavia, è fondamentale che le imprese si impegnino a completare il processo di certificazione entro i termini stabiliti, per garantire la trasparenza e l’efficacia del sistema.

Amici lettori, questa notizia ci offre uno spunto di riflessione importante. Nel diritto tributario, il principio di certezza del diritto è fondamentale. Esso implica che le norme fiscali devono essere chiare, precise e prevedibili, in modo che i contribuenti possano pianificare le proprie attività economiche in modo consapevole. La cooperative compliance rappresenta un tentativo di bilanciare questo principio con la necessità di un sistema fiscale più flessibile e collaborativo.

Un concetto legale avanzato applicabile a questo tema è quello di abuso del diritto. Se un’impresa, pur aderendo formalmente alla cooperative compliance, adotta comportamenti elusivi o fraudolenti, potrebbe essere accusata di abuso del diritto e subire sanzioni.

Vi invito a riflettere su come la cooperative compliance possa contribuire a creare un rapporto più sano e costruttivo tra imprese e fisco, e su come ciascuno di noi possa contribuire a promuovere una cultura della legalità e della trasparenza nel nostro Paese.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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