E-Mail: [email protected]
- Il codice penale punisce gli atti persecutori con reclusione da 6 mesi a 5 anni.
- Gli stalkerware spiano la vita privata tramite i dispositivi delle vittime.
- Articolo del Corriere del 3 ottobre 2025 sui rischi di Instagram.
è emergenza ‘digital stalking’?
Il caso Vibonese e l’ombra del digital stalking
La recente vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Vibonese ha acceso i riflettori su una problematica sempre più diffusa e allarmante: il digital stalking. Lungi dall’essere un evento isolato, questo caso funge da cartina tornasole di un fenomeno in crescita esponenziale, alimentato dalla pervasività della tecnologia e dalla potenza degli algoritmi. L’utilizzo distorto dei social media e delle applicazioni di messaggistica trasforma strumenti nati per la connessione in armi insidiose nelle mani di persecutori digitali, rendendo la vita delle vittime un inferno fatto di molestie costanti, minacce velate e violazioni della privacy. Il digital stalking non è solo un’evoluzione tecnologica del tradizionale stalking, ma una sua amplificazione che ne moltiplica la portata e la difficoltà di contrasto. Un semplice “like”, un commento innocente o una visualizzazione fugace possono innescare meccanismi algoritmici che trasformano la rete in una prigione virtuale, dove ogni movimento online è tracciato, analizzato e utilizzato per alimentare la spirale persecutoria. La facilità con cui si possono creare profili falsi, diffondere informazioni private e manipolare emotivamente le vittime rende il digital stalking particolarmente insidioso e difficile da individuare. Le conseguenze per chi lo subisce sono devastanti, con un impatto significativo sulla salute mentale, sulla vita sociale e sulla sicurezza personale. L’isolamento, la paura e la perdita di controllo sono solo alcune delle conseguenze che le vittime di digital stalking si trovano ad affrontare quotidianamente. Per questo motivo, è fondamentale comprendere le dinamiche del digital stalking e individuare strategie efficaci per contrastarlo e proteggere le vittime.
- Questo articolo è illuminante, finalmente qualcuno che affronta......
- Il digital stalking è una realtà sottovalutata, ma......
- 🤔 Ma se gli algoritmi fossero usati per proteggere......
Algoritmi e manipolazione: il ruolo dei social media
Gli algoritmi dei social media, concepiti per ottimizzare l’esperienza utente e massimizzare l’engagement, possono paradossalmente trasformarsi in strumenti di persecuzione. La loro capacità di profilare gli utenti, analizzare i loro comportamenti e prevedere i loro interessi li rende particolarmente efficaci nel veicolare contenuti mirati, anche di natura persecutoria. Un singolo gesto compiuto online, come l’adesione a un gruppo, la visualizzazione di un video o l’interazione con un post, può essere interpretato dall’algoritmo come un segnale di interesse, innescando una spirale di contenuti simili che finiscono per alimentare l’ossessione dello stalker e facilitare il suo compito. La vittima, inconsapevole di essere finita nel mirino dell’algoritmo, si ritrova sommersa da una quantità crescente di informazioni che la riguardano, rendendo sempre più difficile proteggere la propria privacy e difendersi dalle molestie. La diffusione di fake news e la creazione di profili falsi sono ulteriori strumenti utilizzati dagli stalker per screditare la vittima, diffondere informazioni false sul suo conto e danneggiare la sua reputazione. La viralità dei social media amplifica la portata di queste azioni, rendendo la vittima bersaglio di insulti, minacce e commenti denigratori da parte di una folla virtuale. Un esempio concreto di questa dinamica è rappresentato dalla condivisione non consensuale di immagini o video privati, un atto che può avere conseguenze devastanti sulla vita della vittima, causando umiliazione, vergogna e isolamento sociale.

Il ruolo cruciale degli avvocati nella difesa
In questo scenario complesso e in continua evoluzione, il ruolo degli avvocati assume un’importanza cruciale. Essi sono chiamati a svolgere un compito delicato, che richiede competenze specifiche in materia di diritto penale, informatica giuridica e psicologia. Da un lato, devono assistere le vittime di digital stalking, aiutandole a raccogliere prove, presentare denunce efficaci e ottenere misure di protezione. Dall’altro, devono tutelare i presunti colpevoli da accuse infondate, garantendo il rispetto dei loro diritti e il diritto a una difesa equa e imparziale. La raccolta di prove digitali rappresenta una sfida particolarmente complessa, poiché richiede la capacità di individuare, acquisire e conservare informazioni presenti su dispositivi elettronici, server e piattaforme online. Gli avvocati devono essere in grado di dimostrare l’autenticità e l’integrità di queste prove, evitando che vengano contestate come manipolate o alterate. L’utilizzo di perizie informatiche, la certificazione dei messaggi e la ricostruzione accurata degli eventi online sono strumenti indispensabili per raggiungere questo obiettivo. Allo stesso tempo, gli avvocati devono essere consapevoli del fatto che non tutti i casi di “digital stalking” sono uguali. A volte, ciò che viene percepito come stalking è in realtà una forma di insistenza, magari inappropriata o fastidiosa, ma non sufficiente a configurare un reato. In questi casi, è fondamentale valutare attentamente il contesto, le intenzioni e l’effettivo impatto delle azioni del presunto stalker, tutelando il suo diritto a una difesa equa e imparziale. L’articolo 612 bis del codice penale, introdotto nel 2009, punisce gli atti persecutori, compresi quelli commessi attraverso mezzi telematici. La pena prevista è la reclusione da sei mesi a cinque anni, aumentata se il fatto è commesso nei confronti di un minore, di una persona con disabilità o di una donna incinta. Tuttavia, la legge non definisce in modo specifico il concetto di “digital stalking”, lasciando spazio a interpretazioni giurisprudenziali.
Tecnologie e abusi: navigare il labirinto legale
La diffusione di tecnologie come gli stalkerware, software spia che permettono di monitorare la vita privata di una persona attraverso i suoi dispositivi, rappresenta un’ulteriore sfida per il sistema legale. Questi strumenti, spesso utilizzati in contesti di violenza domestica, consentono agli aggressori di controllare le comunicazioni, la posizione e le attività online delle vittime, creando un clima di terrore e oppressione. La loro individuazione e rimozione richiedono competenze tecniche specifiche e la collaborazione tra avvocati, periti informatici e forze dell’ordine. Le piattaforme social, dal canto loro, hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel contrasto del digital stalking. Devono implementare misure efficaci per identificare e rimuovere i contenuti e i comportamenti persecutori, collaborare con le forze dell’ordine nelle indagini e fornire agli utenti strumenti semplici e intuitivi per proteggere la propria privacy e segnalare gli abusi. Tuttavia, spesso gli utenti, soprattutto i più giovani, non sono pienamente consapevoli dei rischi connessi alla condivisione di informazioni personali online. L’articolo del Corriere della Sera del 3 ottobre 2025, mette in guardia sui rischi della condivisione della posizione su Instagram, sottolineando come molti utenti non comprendano appieno i pericoli di rendere visibili i propri spostamenti a persone sconosciute. Pertanto, è necessario un maggiore impegno da parte delle piattaforme nell’educazione e nella sensibilizzazione degli utenti.
Oltre la denuncia: la tutela legale a 360 gradi
Affrontare il digital stalking richiede un approccio legale che vada oltre la semplice denuncia penale. Le vittime hanno diritto a una tutela completa, che comprenda la protezione della privacy, la rimozione dei contenuti lesivi, il risarcimento dei danni e il supporto psicologico. Gli avvocati devono essere in grado di offrire una consulenza personalizzata, tenendo conto delle specifiche esigenze e vulnerabilità di ciascuna vittima. La legge prevede diverse misure di protezione che possono essere richieste al giudice, come l’ordine restrittivo, che vieta allo stalker di avvicinarsi alla vittima, e l’oscuramento dei contenuti lesivi presenti online. Inoltre, le vittime hanno diritto a un risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti a causa del digital stalking, che comprendono le spese mediche, le perdite di guadagno, il danno morale e il danno all’immagine. È fondamentale che le vittime si rivolgano a professionisti esperti in materia, in grado di offrire una tutela legale completa e personalizzata.
Ed eccoci giunti alla fine di questo lungo viaggio attraverso le insidie del digital stalking e le sfide legali che esso comporta. Spero che questa disamina ti sia stata utile per comprendere meglio le dinamiche di questo fenomeno e le strategie per contrastarlo. Se sei una vittima di digital stalking, non esitare a chiedere aiuto. Rivolgiti a un avvocato esperto in materia, che saprà offrirti la consulenza e l’assistenza legale di cui hai bisogno. Ricorda che non sei sola e che hai il diritto di proteggere la tua privacy e la tua sicurezza.
In termini legali, è importante conoscere la differenza tra diffamazione* e *stalking. La diffamazione consiste nell’offendere l’altrui reputazione comunicando con più persone, mentre lo stalking consiste in una serie di comportamenti molesti e minacciosi che causano alla vittima un grave stato di ansia e paura. Nel contesto del digital stalking, questi due reati possono spesso coesistere, aggravando la situazione della vittima.
Un concetto legale avanzato, applicabile al tema del digital stalking, è la responsabilità degli internet service provider (ISP). Questi soggetti, che forniscono l’accesso a internet, possono essere chiamati a rispondere dei danni causati da contenuti illeciti diffusi attraverso la loro rete, qualora non abbiano adottato misure idonee a prevenirli e rimuoverli. La questione è complessa e dibattuta, ma rappresenta un’importante frontiera nella lotta contro il digital stalking e la tutela dei diritti delle vittime.
Infine, ti invito a riflettere sul ruolo che ognuno di noi può svolgere nella prevenzione e nel contrasto del digital stalking. Essere consapevoli dei rischi, proteggere la propria privacy online e segnalare i comportamenti sospetti sono piccoli gesti che possono fare la differenza. Ricorda che la rete è uno spazio pubblico, e come tale richiede responsabilità e rispetto.
- Post della Questura di Vibo sull'arresto per stalking, utile per il contesto.
- Toolkit per professionisti che lavorano con uomini autori di stalking, utile per approfondire il fenomeno.
- Il sito del Commissariato di P.S. spiega cos'è il cyberstalking e come difendersi.
- Pagina del Commissariato di P.S. sul cyberstalking, con informazioni utili e consigli.








