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- Aumento del 60% delle minacce globali agli avvocati (2023-2024).
- Misure di protezione attuali si rivelano spesso insufficienti.
- Convenzione europea aperta alla firma il 13 maggio 2025.
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L’ombra della violenza sulla professione legale
Un’ondata di preoccupazione serpeggia nel mondo forense italiano: l’aumento esponenziale delle minacce, delle intimidazioni e, nei casi più gravi, delle aggressioni fisiche che colpiscono gli avvocati durante l’esercizio della loro professione. Questo fenomeno, ben lungi dall’essere marginale, sta erodendo le fondamenta del sistema giudiziario, minacciando il diritto di difesa e mettendo a repentaglio l’incolumità dei professionisti legali. La situazione si aggrava in contesti specifici come i processi di criminalità organizzata e le delicate dispute legali relative al diritto di famiglia. In questi ambiti, gli avvocati si trovano spesso a operare in un clima di forte tensione, esposti a ritorsioni e intimidazioni che compromettono la loro serenità e la loro capacità di svolgere il proprio lavoro in modo indipendente ed efficace.
La professione legale, tradizionalmente considerata un baluardo della giustizia e della legalità, si trova oggi a fronteggiare una realtà allarmante. Gli avvocati, che dovrebbero essere liberi di difendere i diritti dei propri assistiti senza timore di rappresaglie, sono sempre più spesso bersaglio di violenze e minacce che minano la loro autonomia e la loro sicurezza personale. Questo clima di intimidazione non solo compromette la capacità degli avvocati di svolgere il proprio lavoro in modo efficace, ma rischia anche di minare la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario e nello Stato di diritto. La necessità di proteggere gli avvocati e di garantire loro la possibilità di esercitare la professione in sicurezza è, quindi, una priorità assoluta per la salvaguardia dei principi democratici e per la tutela dei diritti fondamentali di tutti i cittadini. La posta in gioco è alta e richiede un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni e della società civile. È fondamentale che si adottino misure efficaci per prevenire e contrastare le violenze contro gli avvocati, per garantire loro un’adeguata protezione e per assicurare che i responsabili di tali atti siano puniti in modo esemplare. Solo così sarà possibile preservare l’integrità del sistema giudiziario e garantire a tutti i cittadini il diritto a una difesa equa e indipendente.
Il diritto di famiglia, con le sue controversie spesso accese e cariche di emotività, rappresenta un terreno fertile per le minacce e le intimidazioni. In questi contesti, gli avvocati si trovano a dover gestire situazioni delicate, in cui gli interessi delle parti in conflitto sono spesso inconciliabili e le tensioni possono sfociare in atti di violenza. La gestione di divorzi complessi, affidamenti di minori e questioni patrimoniali può esporre gli avvocati a un rischio elevato di subire minacce, molestie e aggressioni da parte di clienti insoddisfatti o di terzi coinvolti nella controversia. È essenziale che gli avvocati che operano in questo settore siano adeguatamente formati e supportati, in modo da poter affrontare le situazioni di rischio con la massima professionalità e sicurezza. Le forze dell’ordine e le istituzioni competenti devono essere pronte a intervenire tempestivamente in caso di minacce o aggressioni, garantendo agli avvocati la protezione necessaria per poter svolgere il proprio lavoro in modo sereno e indipendente. La tutela della sicurezza degli avvocati che operano nel diritto di famiglia è una questione di primaria importanza per la salvaguardia dei diritti dei minori e per la tutela delle famiglie in difficoltà.
- Finalmente un articolo che mette in luce la gravità......
- Ma siamo sicuri che queste minacce siano tutte......
- Forse stiamo affrontando il problema dalla prospettiva sbagliata......
Analisi dei dati e delle testimonianze
L’analisi dei dati forniti dall’Osservatorio Internazionale degli Avvocati in Pericolo (OIAD) rivela un quadro allarmante. Nel biennio 2023-2024, si è registrato un aumento del 60% delle minacce e degli attacchi subiti dagli avvocati a livello globale, rispetto al biennio precedente. Questo incremento esponenziale evidenzia una tendenza preoccupante, che richiede un’azione immediata e coordinata da parte delle istituzioni e della società civile. I dati dell’OIAD non si limitano a fornire una fotografia della situazione attuale, ma offrono anche spunti di riflessione importanti sulle cause e le conseguenze di questo fenomeno. Le minacce e gli attacchi agli avvocati non sono eventi isolati, ma sono spesso il risultato di un clima di impunità e di una cultura della violenza che permea alcuni contesti sociali e politici. In molti paesi, gli avvocati che difendono i diritti umani, che si battono contro la corruzione o che rappresentano minoranze vulnerabili sono particolarmente a rischio di subire intimidazioni, molestie e aggressioni.
Le testimonianze degli avvocati che hanno subito minacce e violenze offrono uno spaccato crudo e realistico della situazione. Molti professionisti legali raccontano di aver ricevuto telefonate anonime, messaggi intimidatori e lettere minatorie. Alcuni hanno subito danni alle proprie abitazioni o ai propri studi professionali, mentre altri sono stati oggetto di aggressioni fisiche. Le conseguenze di queste esperienze traumatiche sono devastanti: molti avvocati vivono in uno stato di paura costante, hanno difficoltà a concentrarsi sul proprio lavoro e sono costretti a modificare le proprie abitudini di vita per proteggere la propria incolumità e quella dei propri cari. Le testimonianze degli avvocati che hanno subito minacce e violenze sono una fonte preziosa di informazioni per comprendere la gravità del problema e per individuare le misure più efficaci per prevenirlo e contrastarlo. È fondamentale che le istituzioni e la società civile ascoltino attentamente queste voci e che si impegnino a creare un ambiente di lavoro sicuro e protetto per tutti gli avvocati.
L’OIAD, come evidenziato dalle parole del vicepresidente Francesco Caia, rappresenta un punto di riferimento fondamentale a livello internazionale per la documentazione e la denuncia delle violazioni dei diritti degli avvocati. L’organizzazione si impegna a far luce sulle vicende dei professionisti legali che subiscono intimidazioni, aggressioni, arresti e condanne arbitrarie, spesso a causa del loro impegno nella difesa dei diritti umani e dello Stato di diritto. L’OIAD fornisce assistenza legale e sostegno alle vittime di violenze e si adopera per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla gravità del problema. L’attività dell’OIAD è essenziale per proteggere gli avvocati minacciati e per garantire che possano svolgere il proprio lavoro in modo indipendente e senza timore di rappresaglie.

L’efficacia delle misure di protezione e il ruolo della convenzione europea
Le misure di protezione attualmente in vigore in Italia si rivelano spesso insufficienti a garantire la sicurezza degli avvocati. La scorta personale, ad esempio, è una misura costosa e difficile da ottenere, che non sempre si adatta alle esigenze specifiche dei professionisti legali. La protezione dei locali professionali, pur essendo importante, non risolve il problema delle minacce e delle aggressioni che possono verificarsi al di fuori dell’ambito lavorativo. È necessario, quindi, un ripensamento complessivo delle misure di protezione, che tenga conto delle peculiarità della professione forense e che preveda interventi mirati e personalizzati. Le istituzioni devono investire maggiori risorse nella formazione delle forze dell’ordine, affinché siano in grado di individuare tempestivamente le situazioni di rischio e di intervenire in modo efficace in caso di minacce o aggressioni. È inoltre fondamentale che si promuova una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine, gli ordini forensi e le associazioni di avvocati, al fine di creare una rete di protezione capillare e tempestiva. La sicurezza degli avvocati è una responsabilità condivisa, che richiede un impegno costante e coordinato da parte di tutti gli attori coinvolti.
La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione della professione di avvocato rappresenta un passo avanti significativo nella tutela dei diritti dei professionisti legali. Il trattato, aperto alla firma degli stati membri il 13 maggio 2025, riconosce il ruolo fondamentale degli avvocati nella salvaguardia dello Stato di diritto e impone agli Stati di adottare misure concrete per garantire la loro sicurezza e indipendenza. La Convenzione prevede, tra l’altro, l’obbligo di consultare le associazioni forensi su tutte le questioni che riguardano la professione, di proteggere gli avvocati da interferenze indebite nell’esercizio del loro lavoro e di garantire loro un accesso effettivo alla giustizia in caso di minacce o aggressioni. La ratifica e l’attuazione della Convenzione da parte dell’Italia rappresenterebbe un segnale forte e inequivocabile dell’impegno del nostro Paese a proteggere gli avvocati e a garantire il libero esercizio del diritto di difesa.
L’articolo evidenzia come le attuali misure di protezione per gli avvocati siano spesso inadeguate e come la Convenzione del Consiglio d’Europa possa rappresentare una svolta. Si sottolinea la necessità di un ripensamento complessivo delle strategie di protezione, con interventi più mirati e personalizzati. La Convenzione, con i suoi obblighi di consultazione e protezione, offre un quadro di riferimento importante per rafforzare la tutela degli avvocati e garantire la loro indipendenza. L’implementazione di tali misure è fondamentale per preservare l’integrità del sistema giudiziario e assicurare il diritto a una difesa equa per tutti.
Verso una nuova era di protezione legale: Un impegno collettivo
La tutela degli avvocati non è solo una questione che riguarda la categoria professionale, ma un imperativo per la salvaguardia dello Stato di diritto e della democrazia. Ogni minaccia, ogni aggressione a un avvocato rappresenta un attacco ai principi fondamentali su cui si basa la nostra società. È necessario, quindi, un impegno collettivo da parte di tutte le istituzioni e della società civile per creare un ambiente di lavoro sicuro e protetto per tutti gli avvocati. Le proposte concrete per rafforzare le misure di protezione esistenti, introdurre nuove forme di tutela e sensibilizzare l’opinione pubblica sono passi importanti verso una nuova era di protezione legale. La ratifica e l’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa rappresentano un’opportunità unica per dotare il nostro Paese di uno strumento giuridico avanzato ed efficace per la tutela dei diritti dei legali.
È tempo di agire con determinazione e di non lasciare che la paura e l’intimidazione compromettano il libero esercizio del diritto di difesa. La sicurezza degli avvocati è un bene comune, che va protetto e tutelato con ogni mezzo. Solo così potremo garantire a tutti i cittadini il diritto a una giustizia equa e indipendente.
Ora, in un tono più informale, vorrei condividere una riflessione. Sappiamo tutti che l’avvocato, nel suo ruolo, è garante dei nostri diritti, ma spesso dimentichiamo quanto questo ruolo lo esponga a rischi, soprattutto in contesti delicati. Una nozione base del diritto ci ricorda che il diritto alla difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento*. Andando oltre, una nozione più avanzata ci dice che la responsabilità professionale dell’avvocato si estende anche alla tutela della propria incolumità, intesa come condizione essenziale per l’esercizio del mandato difensivo*. Riflettiamo su questo: se l’avvocato non è libero e sicuro, come può garantire la nostra libertà e sicurezza? Il tema delle minacce agli avvocati ci chiama a una riflessione profonda sul valore della giustizia e sulla necessità di proteggere chi la difende. Questo è un compito che riguarda tutti noi, come cittadini e come membri di una società democratica.
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