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- Omicidio Chimirri: Cassazione invia il caso alla Corte Costituzionale il 2 ottobre 2025.
- La vittima contestava l'archiviazione e la terzietà del GIP Marchetto.
- La difesa evidenziava espressioni del GIP come "estrema azione" e "atto di autodifesa".
- Il tribunale negava alla persona lesa la capacità di ricusare il giudice.
- Si discute se la vittima possa ricusare il giudice: decisione storica.
La Sezione penale numero uno della Corte di Cassazione ha infatti messo in discussione un fondamentale aspetto della conformità costituzionale, riguardante la facoltà della vittima di un reato di ricusare un magistrato percepito come non equo.
La genesi del caso Chimirri
La tragica vicenda ha avuto origine quando Francesco Chimirri, 44 anni, è stato ucciso da un colpo di pistola esploso dal vice ispettore di polizia Giuseppe Sortino. L’evento è avvenuto in un contesto di forte tensione, a seguito di un inseguimento iniziato dopo un incidente stradale causato da Chimirri. L’inseguimento si è concluso nel quartiere Lampanaro, dove è scoppiata una violenta colluttazione. Durante la colluttazione, Sortino ha sparato, uccidendo Chimirri. Contestualmente, il poliziotto è stato aggredito e malmenato dai parenti della vittima.
Le indagini hanno portato all’arresto dei familiari di Chimirri, accusati a vario titolo di tentato omicidio aggravato, lesioni personali pluriaggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, porto d’armi o oggetti atti a offendere e danneggiamento aggravato. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) Elisa Marchetto. Anche Sortino è stato indagato per omicidio, ma la Procura ha successivamente richiesto l’archiviazione del caso, ritenendo che il poliziotto avesse agito per legittima difesa.

- È confortante vedere che la Cassazione mette in discussione......
- La richiesta di ricusazione mi sembra un'esagerazione, il giudice......
- Se la vittima potesse ricusare, il processo diventerebbe......
La battaglia legale sulla ricusazione del giudice
I familiari di Chimirri, assistiti dagli avvocati Tiziano Saporito e Andrea Filici, si sono opposti alla richiesta di archiviazione e hanno chiesto la ricusazione del GIP Marchetto. La difesa ha sostenuto che il giudice aveva già espresso un orientamento ben definito nel provvedimento cautelare emesso nei confronti dei familiari di Chimirri, pregiudicando la sua imparzialità. In particolare, gli avvocati hanno evidenziato come il GIP avesse descritto l’azione di Sortino come “estrema azione” di chi era “sopraffatto dagli aggressori“, un “disperato tentativo di difesa” e un “estremo atto di autodifesa“, mentre l’aggressione dei Chimirri era stata definita un “deprecabile episodio di insensata e brutale violenza“.
Il Tribunale di Appello di Catanzaro ha giudicato irricevibile la richiesta di ricusazione, conformandosi alla dottrina giuridica consolidata che non riconosce alla persona lesa la condizione di “parte” processuale e, conseguentemente, la capacità di ricusare il giudice. Gli avvocati Saporito e Filici hanno quindi presentato ricorso in Cassazione.
La Cassazione investe la Corte Costituzionale
La Corte di Cassazione, con ordinanza del 2 ottobre 2025, ha ritenuto la questione “rilevante e non manifestamente infondata” e ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale. La Suprema Corte ha riconosciuto la fondatezza dei dubbi sollevati dalla difesa, aprendo un potenziale scenario di cambiamento nel sistema giudiziario italiano.
La questione posta alla Corte Costituzionale è di fondamentale importanza: stabilire se la persona offesa, che si è opposta alla richiesta di archiviazione, sia legittimata a ricusare il giudice. La decisione della Consulta avrà un impatto significativo sulla posizione processuale delle vittime di reato.
Verso un nuovo paradigma di tutela per le vittime?
Qualora la Corte Costituzionale dovesse accettare le argomentazioni avanzate dalle vittime, il provvedimento di archiviazione relativo al caso Chimirri potrebbe essere invalidato e l’intera questione sottoposta a revisione da parte di un altro magistrato. Ma l’impatto più rilevante sarebbe la creazione di un precedente che garantirebbe a tutte le vittime di reato il diritto a un giudice terzo e imparziale.
Gli avvocati Saporito e Filici hanno definito la decisione della Cassazione di “portata storica”, sottolineando che “non è solo la vicenda di Francesco Chimirri, ma un principio di civiltà giuridica: la vittima ha diritto a un giudice terzo e imparziale”.
*La posta in gioco è alta: si tratta di ridefinire il ruolo della vittima nel processo penale e di rafforzare le garanzie di un giusto processo.
Riflessioni conclusive: Imparzialità e Giustizia
La vicenda Chimirri ci pone di fronte a interrogativi profondi sul concetto di imparzialità e sul ruolo della vittima nel processo penale. È fondamentale che il sistema giudiziario garantisca a tutte le parti coinvolte un giudice terzo e imparziale, capace di valutare i fatti con serenità e obiettività.*
Un concetto base di diritto, in questo contesto, è quello di “terzietà del giudice”. Questo principio fondamentale assicura che il giudice non abbia interessi personali o pregiudizi che possano influenzare la sua decisione.
Un concetto più avanzato è quello di “apparenza di imparzialità”. Anche se un giudice è effettivamente imparziale, se le circostanze possono far ragionevolmente dubitare della sua imparzialità, è necessario che si astenga dal giudicare.
La vicenda Chimirri ci invita a riflettere su quanto sia importante garantire che la giustizia non solo sia fatta, ma che appaia anche essere fatta in modo imparziale e trasparente. Solo così possiamo rafforzare la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario e garantire che i diritti di tutte le parti coinvolte siano adeguatamente tutelati.
Amici lettori, spero che questo articolo vi abbia fornito una panoramica completa e dettagliata di questa complessa vicenda giudiziaria. Vi invito a riflettere su questi temi e a farvi una vostra opinione. La giustizia è un bene prezioso che va tutelato e difeso da tutti noi.