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- Il caso garlasco torna a far discutere dopo 18 anni.
- Nordio solleva dubbi sul principio "al di là di ogni dubbio".
- Stasi condannato dopo due assoluzioni, alimentando i dubbi.
Il caso Garlasco, a distanza di 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, continua a suscitare interrogativi e a riaprire ferite nel sistema giudiziario italiano. La vicenda, segnata dalla condanna definitiva di Alberto Stasi dopo un iter processuale complesso e controverso, è tornata al centro del dibattito pubblico a seguito di nuove indagini e dichiarazioni di figure istituzionali. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso pubblicamente le sue perplessità sulla condanna di Stasi, sollevando dubbi sulla compatibilità di tale esito con il principio del “al di là di ogni ragionevole dubbio”.

Il Principio del “Al di Là di Ogni Ragionevole Dubbio” e le Impugnazioni del Pubblico Ministero
La questione centrale sollevata dal caso Garlasco riguarda il principio del “al di là di ogni ragionevole dubbio”, cardine degli ordinamenti giuridici moderni. Questo principio impone che una condanna possa essere pronunciata solo quando la colpevolezza dell’imputato sia accertata con un grado di certezza tale da escludere ogni dubbio ragionevole. Nel caso di Stasi, la condanna è intervenuta dopo due assoluzioni in primo e secondo grado, un elemento che ha alimentato i dubbi sulla sua effettiva colpevolezza.
Il dibattito si concentra anche sul ruolo del Pubblico Ministero (PM) e sulla sua facoltà di impug