E-Mail: [email protected]
- Zagrebelsky, giudice europeo dal 2001 al 2010, ha difeso i diritti umani.
- Nel 1983 condannò 9 magistrati coinvolti nello scandalo della Loggia P2.
- Dal 1987 al 1990 fu presidente della Corte d'Assise di Torino.
Zagrebelsky è venuto a mancare inaspettatamente il 5 agosto 2025, all’età di 85 anni, stroncato da un attacco cardiaco nella sua casa di villeggiatura a Gressoney-La-Trinité, in Valle d’Aosta. La sua morte rappresenta una perdita enorme per il panorama giuridico italiano ed europeo, un uomo che ha consacrato la sua esistenza alla protezione dei diritti fondamentali e alla promozione di una giustizia orientata al servizio del cittadino.
Una vita dedicata alla giustizia e ai diritti fondamentali
Nato a Torino nel 1940, Vladimiro Zagrebelsky ha iniziato la sua carriera in magistratura nel 1965, dopo aver conseguito la laurea in legge nel 1963. Il suo impegno professionale e accademico è sempre stato focalizzato sulla difesa dei diritti umani e sul miglioramento del sistema giudiziario. Durante il suo percorso professionale, ha ricoperto ruoli di rilievo, tra cui la presidenza della Corte d’Assise di Torino tra il 1987 e il 1990, e l’incarico di procuratore della Repubblica presso la Pretura della stessa città dal 1991 al 1994. Per ben due volte, è stato eletto membro del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), una dimostrazione di stima e fiducia da parte dei suoi colleghi. Dal 1998 al 2001, ha assunto la direzione della Direzione Generale dell’Organizzazione Giudiziaria e, successivamente, dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia, dando un contributo essenziale alla riforma del sistema giudiziario italiano. In quegli anni, ha anche presieduto una commissione delle Nazioni Unite a Vienna per la prevenzione del crimine e la giustizia penale, testimoniando il suo impegno a livello internazionale.

- Un uomo che ha dedicato la vita alla giustizia, un esempio......
- La P2, una macchia indelebile, ma la sua sentenza......
- Zagrebelsky, un luminare, ma il diritto soggettivo è davvero... 🤔...
L’impegno internazionale e l’eredità culturale
Nel 2001, Vladimiro Zagrebelsky è stato nominato giudice della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo, un compito che ha svolto con profonda dedizione e competenza fino al 2010. Anche dopo aver terminato il suo incarico, ha mantenuto il suo ruolo di figura autorevole per lo studio e la divulgazione del diritto europeo dei diritti umani. In qualità di opinionista per La Stampa, ha trattato argomenti fondamentali per la società contemporanea, analizzando l’evoluzione dei diritti dei cittadini in relazione all’ambiente e al ruolo della giustizia. Per oltre un decennio ha guidato il Laboratorio dei Diritti Fondamentali presso il Collegio Carlo Alberto di Torino, un centro di ricerca all’avanguardia che ha incoraggiato il dibattito pubblico e la formazione nel campo dei diritti umani. Nel 2010, gli è stata conferita la prestigiosa onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana, un riconoscimento per il suo notevole contributo alla collettività. Apparteneva all’Accademia delle Scienze di Torino come membro corrispondente e prendeva parte a molteplici commissioni scientifiche e di ricerca. *Zagrebelsky ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del diritto, non solo per la sua competenza giuridica, ma anche per la sua profonda umanità e il suo impegno civile.
Un esempio di integrità e fermezza: il caso P2
Un episodio significativo della carriera di Vladimiro Zagrebelsky è legato alla sua partecipazione al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) negli anni ’80. In quel periodo, il CSM fu oggetto di attacchi e tentativi di delegittimazione, in seguito allo scandalo della Loggia P2. Zagrebelsky fu l’estensore della decisione della Sezione Disciplinare del CSM riguardo ai magistrati accusati di appartenenza alla Loggia P2, emanata l’8 febbraio 1983. La sentenza, che condannò nove dei tredici magistrati incolpati, fu un atto di grande coraggio e fermezza, che dimostrò l’integrità e l’indipendenza del CSM. La motivazione della sentenza, redatta da Zagrebelsky in tempi ristretti e con serrate argomentazioni, si segnalò per gli approfonditi accertamenti sull’attendibilità degli elenchi sequestrati a Castiglion Fibocchi. Nonostante i tentativi di screditare gli elenchi degli iscritti alla P2, la sentenza affermò la loro attendibilità, contribuendo a fare luce su una delle pagine più oscure della storia italiana.
L’eredità di un Maestro: un faro per le future generazioni
La scomparsa di Vladimiro Zagrebelsky rappresenta una grave perdita per il mondo del diritto e per la società civile. La sua eredità, tuttavia, rimane viva e continua a ispirare le nuove generazioni di giuristi e magistrati. Zagrebelsky è stato un esempio di integrità, competenza e impegno civile, un uomo che ha dedicato la sua vita alla difesa dei diritti umani e alla promozione di una giustizia al servizio del cittadino. Il suo pensiero e la sua opera continueranno a illuminare il cammino di chi crede in un mondo più giusto e solidale.
Amici, la scomparsa di una figura come Vladimiro Zagrebelsky ci ricorda l’importanza di conoscere e difendere i nostri diritti. Un concetto legale fondamentale, legato al tema principale di questo articolo, è quello di diritto soggettivo, ovvero la pretesa giuridicamente tutelata di un individuo nei confronti di altri. Ma non fermiamoci qui! Approfondiamo anche il concetto di giurisprudenza evolutiva*, ovvero l’interpretazione dinamica delle norme giuridiche alla luce dei cambiamenti sociali e culturali. Riflettiamo insieme: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per contribuire a una società più giusta e rispettosa dei diritti di tutti?
- Pagina Wikipedia su Vladimiro Zagrebelsky, biografia e carriera del giurista.
- Sito ufficiale della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, approfondisce il ruolo di Zagrebelsky.
- Pagina del Laboratorio Diritti Fondamentali, diretto da Zagrebelsky per anni.
- Sito ufficiale della Corte Costituzionale, utile per approfondire il diritto costituzionale.