E-Mail: [email protected]
- Riconoscimento ufficiale delle associazioni mafiose nei territori di Briatico e Parghelia.
- Condanna di Antonino Accorinti a 12 anni di reclusione, mentre suo figlio Antonio Accorinti a 7 anni e 7 mesi.
- Diminuzione della pena per Salvatore Prostamo a 4 anni, 9 mesi e 10 giorni.
- Annullamento della confisca del 25% del capitale sociale della Sicam srl.
La Corte di Cassazione ha  emesso una sentenza di grande rilevanza nel contesto del processo “Costa Pulita”, un’operazione antimafia che ha coinvolto i clan mafiosi di Briatico e Parghelia. La decisione della  Suprema Corte rappresenta  un punto di svolta storico, poiché per la  prima volta viene riconosciuta in via definitiva l’esistenza di associazioni mafiose nei territori di  Briatico  e Parghelia. Il clan Accorinti-Bonavita e il  clan Il  Grande sono stati identificati come i principali gruppi criminali operanti in queste aree. Il tribunale ha ratificato diverse  condanne mentre ha annullato e ordinato un nuovo giudizio per il secondo grado per alcuni imputati, portando  ad  alcuni proscioglimenti.
  La sentenza della Cassazione  ha visto la condanna di  Antonino Accorinti a 12 anni di  reclusione, riconosciuto come capo del clan di Briatico. Suo figlio, Antonio Accorinti, attuale collaboratore di giustizia, ha ricevuto una pena di 7 anni e 7 mesi. Non sono previsti ulteriori procedimenti legali nei confronti di Andrea Niglia, già sindaco di Briatico ed ex presidente  della  Provincia di Vibo, in relazione alla corruzione elettorale  con finalità mafiose, a causa della prescrizione. Diverse  persone  coinvolte nel processo, tra cui Francesco  Prestia e Sergio Bagnato,  sono  state condannate a pene di entità diversa.  In aggiunta, alcuni casi hanno subito un rinvio in attesa  di ulteriori deliberazioni giuridiche.
Le Dinamiche Criminali e le Dichiarazioni del Pentito Accorinti
Antonio Accorinti, collaboratore di giustizia, ha fornito dettagli significativi sulle dinamiche interne dei clan mafiosi coinvolti. Nei suoi racconti alla Dda di Catanzaro, ha descritto la latitanza di Salvatore Morelli e i timori del boss Luigi Mancuso dopo il pentimento del nipote Emanuele. Accorinti ha rivelato come Morelli, noto come “l’Americano”, fosse stato ospitato a Briatico su richiesta di Gregorio Niglia. Inoltre, ha riconosciuto diversi membri della ‘ndrangheta in un album fotografico, tra cui Carmine Il Grande, con cui aveva stretto amicizia durante la detenzione.
Accorinti ha anche riferito di tensioni interne tra i membri del clan, come il desiderio di Carlo Russo e Giancarlo Loiacono di eliminare Carmine Il Grande. Ha descritto i contrasti tra la famiglia La Rosa di Tropea e altri gruppi criminali, evidenziando come le rivalità influenzassero le attività illecite nella regione.
- Una svolta storica nella lotta alla mafia... 🔍...
- Decisioni discutibili, la giustizia fallisce ancora... 😡...
- Prospettive inedite su dinamiche mafiose svelate... 🤔...
Implicazioni Giuridiche e Confische di Beni
 Il pronunciamento della Cassazione si è rivelato cruciale sotto diversi profili giuridici: esso ha comportato sia l’annullamento sia una ridefinizione delle pene comminate in precedenza. Nel caso specifico di  Salvatore Prostamo, si assiste ora a una significativa diminuzione della condanna che scende  così a 4 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione; contestualmente viene sostituita l’interdizione perpetua da funzioni pubbliche  con una limitata temporalmente fissata in 5 anni. Ulteriormente, la Corte d’Appello della nuova  sezione si occupa  del rinvio relativo alla confisca dei beni intestati ad Antonino Accorinti; tali  beni comprendono un terreno e un appartamento ubicati  nella località calabrese Briatico.
Non meno significativa è risultata poi la scelta di  abolire le disposizioni civilistiche contro Andrea Niglia che hanno  contribuito ad affinare le complessità del contesto normativo esaminato. Infine,  va messo in evidenza come anche il  provvedimento riguardante il capitale sociale detenuto  dalla Sicam  srl ? corrispondente al 25%? abbia subito annullamenti relativi alla sua confiscabilità considerandolo diretto  discendente dalla figura imprenditoriale identificabile in Giuseppe Granato.
Riflessioni Conclusive: Un Passo Avanti nella Lotta alla Mafia
La sentenza del processo “Costa Pulita” rappresenta un passo significativo nella lotta contro la mafia in Italia. Il riconoscimento ufficiale delle associazioni mafiose nei territori di Briatico e Parghelia segna un’importante vittoria per la giustizia e la legalità. Tuttavia, il percorso verso l’eradicazione della criminalità organizzata è ancora lungo e complesso.

Nel contesto legale, è fondamentale comprendere il concetto di associazione mafiosa, che si riferisce a un’organizzazione criminale strutturata con l’obiettivo di commettere reati gravi, come estorsioni e traffico di droga, per ottenere potere e controllo territoriale. La legge italiana prevede pene severe per chiunque partecipi a tali associazioni.
Un aspetto più avanzato del diritto penale riguarda il concorso esterno in associazione mafiosa, che si applica a individui che, pur non essendo membri ufficiali di un’organizzazione mafiosa, forniscono supporto e risorse per facilitare le attività criminali. Questo concetto giuridico è cruciale per perseguire coloro che, pur non essendo direttamente coinvolti, contribuiscono al mantenimento e all’espansione della mafia. La sentenza “Costa Pulita” ci invita a riflettere sull’importanza di un sistema giudiziario forte e indipendente, capace di affrontare le sfide poste dalla criminalità organizzata. Solo attraverso un impegno costante e una collaborazione tra istituzioni e cittadini possiamo sperare di costruire una società più giusta e sicura.








