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- 47 condanne su 64 imputati nel rito abbreviato.
- 9 condanne definitive, tra cui Saverio Sacchinelli (13 anni e 4 mesi).
- 8 assoluzioni definitive, tra cui Serafino Alessandria.
L’eco della sentenza della Cassazione nel maxi-processo “Rinascita Scott” continua a risuonare nel panorama giudiziario italiano. Dopo un’attesa carica di tensione, la Suprema Corte ha emesso il suo verdetto, segnando un punto di svolta significativo nella lotta contro la criminalità organizzata calabrese.
Il Sigillo della Cassazione sull’Esistenza dei Clan Vibonesi
La Corte di Cassazione ha posto un sigillo sull’esistenza storica delle cosche di ‘ndrangheta operanti nel Vibonese. Nonostante i numerosi annullamenti e rinvii, il reato di partecipazione a un’associazione di stampo mafioso è rimasto saldo per la maggior parte degli imputati. Su 64 imputati che hanno optato per il rito abbreviato, 47 sono stati condannati, di cui 38 per associazione mafiosa. Otto persone sono state assolte, mentre altrettante attendono un nuovo giudizio. Un imputato è deceduto, estinguendo il procedimento a suo carico.

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Dettagli sulle Condanne e Assoluzioni
Delle 47 condanne, nove sono diventate definitive, con i ricorsi dichiarati inammissibili per Gianluigi Cavallaro (3 anni e 6 mesi), Michele Galati (4 anni), Gaetano Antonio Cannatà (3 anni e 8 mesi), Bartolomeo Arena (3 anni, 9 mesi e 10 giorni), Emiliano Palamara (6 anni e 8 mesi), Lorenzo Polimeno (8 anni e 8 mesi), Saverio Sacchinelli (13 anni e 4 mesi) ed Emanuele Mancuso (pena rideterminata a 2 anni 8 mesi e 24 giorni). La Suprema Corte ha confermato le sentenze di Lucio Belvedere (3 anni e 4 mesi) e Orazio Maria Carmelo De Stefano (8 anni e 8 mesi), respingendo i loro appelli.
Otto persone sono state assolte definitivamente, tra cui Manuele Baldo, Francesca Mazzotta, Mariangela Mazzotta, Rossana Morgese, Emanuele Costantino Panetta, Giuseppe Antonio Salamò, Salvatore Tulosai e Serafino Alessandria.
Rinvii in Appello e Riduzioni di Pena
Un nuovo processo d’appello è stato disposto per Gregorio Gasparro, Maria Carmelina Lo Bianco, Vincenzo Mantella, Giovanni Rizzo, Antonio Patania, Andrea Prestanicola e Giuseppe Scriva. Molti imputati dovranno tornare in appello per la rideterminazione della pena a seguito dell’esclusione dell’aggravante del reimpiego di proventi illeciti. Tra questi figurano Raffaele Antonio Giuseppe Barba, Paolo Carchedi, Carmelo Chiarella, Domenico Cracolici, Filippo Di Miceli, Michele Dominello, Nazzareno Franzè, Francesco Gallone, Sergio Gentile, Gregorio Gioffrè, Giuseppe Lopreiato, Domenico Macrì, Luciano Macrì, Domenico Pardea, Francesco Antonio Pardea, Michele Pugliese Carchedi, Salvatore Morgese, Filippo Orecchio, Domenico Camillò, Carmelo Salvatore D’Andrea, Giovanni Claudio D’Andrea, Nicola Lo Bianco, Salvatore Lo Bianco e Domenico Prestia.
Anche le condanne di Pasquale Gallone, Gregorio Niglia, Luca Belsito e Michele Manco dovranno essere riviste. Ulteriori rinvii in appello sono stati disposti per Pasquale Antonio D’Andrea, Shkurtaj Lulezim, Fabio De Gaetano, Nicola De Gaetano, Giuseppe De Certo, Luigi Leonardo Vitrò e Francesco Iannello.
Le Scarcerazioni e le Misure Cautelari
A seguito degli annullamenti della Cassazione, diversi imputati sono stati scarcerati. Serafino Alessandria è tornato in libertà dopo l’annullamento senza rinvio della sua condanna. Giuseppe Scriva, Giovanni Rizzo e Vincenzo Mantella sono stati scarcerati per decorrenza dei termini di fase, ma sono stati sottoposti a misure cautelari come il divieto di espatrio e l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Anche Gregorio Gasparro e Andrea Prestanicola sono stati scarcerati per decorrenza dei termini.
Riflessioni Conclusive sul Diritto Penale e la Lotta alla Criminalità Organizzata
La sentenza della Cassazione nel processo “Rinascita Scott” rappresenta un momento cruciale nella lotta contro la ‘ndrangheta. Se da un lato conferma la solidità dell’impianto accusatorio e l’esistenza delle cosche vibonesi, dall’altro evidenzia la complessità del sistema giudiziario e la necessità di un’attenta valutazione delle singole posizioni.
È fondamentale comprendere che il diritto penale non è una scienza esatta. Ogni processo è un delicato equilibrio tra l’esigenza di punire i colpevoli e la garanzia dei diritti degli imputati. In questo contesto, la decisione della Cassazione dimostra come la giustizia, pur nella sua complessità, cerchi di bilanciare questi due aspetti fondamentali.
Un concetto legale avanzato applicabile al tema è quello del concorso esterno in associazione mafiosa. Questa figura giuridica punisce chi, pur non essendo organicamente inserito nell’organizzazione criminale, fornisce un contributo concreto, specifico, consapevole e volontario per la conservazione o il rafforzamento dell’associazione stessa. La sua applicazione richiede una prova rigorosa del nesso causale tra la condotta del concorrente esterno e l’effettivo vantaggio arrecato all’associazione mafiosa.
La vicenda di “Rinascita Scott” ci invita a riflettere sul ruolo della giustizia nel contrasto alla criminalità organizzata. La sentenza della Cassazione, con le sue conferme, annullamenti e rinvii, ci ricorda che la lotta alla mafia è un processo continuo, che richiede impegno, competenza e un’attenta valutazione delle singole responsabilità.