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- L'AI ottimizza le mansioni degli operatori della giustizia migliorando l'efficienza.
- Il Ddl 1146/2024 definisce l'uso dell'AI nel rispetto del principio antropocentrico.
- Costi elevati dell'AI potrebbero penalizzare i piccoli studi legali.
- La "Talk to the Future Week" ha promosso il dibattito sull'AI e il diritto.
- L'AI supporta gli avvocati nell'analisi di enormi quantità di dati legali.
L’avvento dell'<a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20200827STO85804/che-cos-e-l-intelligenza-artificiale-e-come-viene-usata”>intelligenza artificiale (AI) sta generando un’onda di trasformazione nel panorama legale, sollevando questioni cruciali riguardo al suo impatto sulla giurisdizione, sul processo penale e sull’accesso equo alla giustizia. Diversi eventi e iniziative in Italia, come quelli organizzati dall’Ordine degli Avvocati di Pistoia e Milano, dimostrano un crescente interesse e una necessità impellente di affrontare le sfide e le opportunità che l’AI presenta per il mondo del diritto.
L’AI nel processo penale: tra opportunità e rischi
L’intelligenza artificiale si configura come uno strumento a doppio taglio nel contesto del processo penale. Da un lato, offre un potenziale enorme per ottimizzare le mansioni ordinarie degli operatori della giustizia, migliorando l’efficienza e l’accuratezza. Dall’altro, il suo utilizzo improprio può innescare condotte illecite di notevole gravità. Il professor Michele Papa, ordinario di diritto penale all’Università di Firenze e membro del Consiglio Superiore della Magistratura, ha sottolineato l’importanza di analizzare “La fattispecie penale nel tempo dell’intelligenza artificiale”, evidenziando la necessità di adattare il diritto penale all’era digitale. L’avvocato Marisa Marraffino, esperta in reati informatici, ha focalizzato l’attenzione sul ddl 1146 del 2024, recentemente approvato in Senato, che mira a definire i confini dell’utilizzo dell’AI nel rispetto del principio antropocentrico e introduce nuove fattispecie e circostanze aggravanti nel codice penale in caso di impiego improprio di sistemi di intelligenza artificiale.

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Disparità di accesso e formazione: le sfide per l’avvocatura
Un tema centrale emerso dai dibattiti è il rischio di disparità di accesso all’AI tra grandi e piccoli studi legali. I costi elevati per l’implementazione di sistemi di AI potrebbero creare un divario significativo, penalizzando gli studi più piccoli e limitando la loro capacità di competere. Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano, ha espresso preoccupazione per questa potenziale disuguaglianza, sottolineando l’importanza di promuovere un accesso democratico all’AI attraverso aggregazioni multidisciplinari e piattaforme condivise. L’avvocato Niccolò Abriani ha ribadito la necessità di una formazione continua e accessibile a tutti gli avvocati, con un’attenzione particolare al monitoraggio e alla valutazione critica delle risposte fornite dall’AI. La professoressa Allegra Canepa ha evidenziato l’importanza di affiancare alla formazione tecnica un solido ragionamento critico, essenziale per rispettare le disposizioni del Ddl sull’intelligenza artificiale e per comunicare in modo chiaro e comprensibile ai clienti l’utilizzo dell’AI nell’avvocatura.
Talk to the Future Week: un laboratorio di idee per il futuro del diritto
La “Talk to the Future Week” di Milano si è confermata come un importante punto di riferimento per il dibattito sull’AI e il diritto. L’evento, promosso dall’Ordine degli Avvocati del capoluogo lombardo, ha rappresentato per cinque giorni un’occasione di confronto e dialogo tra diverse discipline, allo scopo di analizzare come l’intelligenza artificiale stia influenzando la professione legale, il processo decisionale e il bilanciamento tra innovazione e diritti fondamentali. Antonino La Lumia ha descritto l’evento come “un luogo di pensiero, un laboratorio di idee che anticipa le trasformazioni”, sottolineando l’impegno dell’Ordine forense milanese nel governare l’innovazione e costruire strumenti, dialoghi e visioni condivise. Il programma della “Talk to the Future Week” ha affrontato diverse tematiche, dalle regole europee e italiane sull’AI ai diritti e alle decisioni umane, dalle applicazioni dell’AI per il bene comune alle soluzioni sviluppate per il mondo legale.
Verso un futuro legale potenziato dall’AI: responsabilità e consapevolezza
L’intelligenza artificiale rappresenta una svolta epocale per il mondo legale, offrendo strumenti potenti per migliorare l’efficienza, l’accuratezza e l’accesso alla giustizia. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide etiche, legali e sociali che questa tecnologia comporta. La disparità di accesso all’AI, la necessità di una formazione continua e la garanzia di un utilizzo responsabile e consapevole sono elementi cruciali per un futuro in cui l’AI sia un alleato, e non una minaccia, per la giustizia.
Amici, riflettiamo un attimo su questo scenario. Immaginate un mondo in cui l’AI supporta gli avvocati nell’analisi di enormi quantità di dati legali, velocizzando la ricerca di precedenti e la preparazione dei casi. Questo potrebbe rendere la giustizia più accessibile e rapida per tutti.
*Nozione legale base: Il principio di uguaglianza di fronte alla legge sancisce che tutti i cittadini devono avere pari opportunità di accesso alla giustizia, indipendentemente dalle loro risorse economiche o dalla loro posizione sociale.
Nozione legale avanzata:* L’articolo 3 della Costituzione Italiana stabilisce il principio di uguaglianza formale e sostanziale, impegnando la Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ma cosa succede se solo i grandi studi legali possono permettersi di utilizzare queste tecnologie avanzate? Si creerebbe una disparità che minerebbe il principio di uguaglianza di fronte alla legge. È qui che entra in gioco la responsabilità degli ordini professionali e delle istituzioni, che devono garantire che l’AI sia accessibile a tutti gli avvocati, indipendentemente dalle dimensioni del loro studio.
E non dimentichiamoci della formazione. Gli avvocati devono essere in grado di comprendere come funziona l’AI, come interpretare i suoi risultati e come utilizzarla in modo etico e responsabile. Altrimenti, rischiamo di affidare decisioni importanti a macchine che non comprendiamo appieno.
Quindi, l’AI nel mondo legale è una grande opportunità, ma richiede un impegno costante per garantire che sia utilizzata in modo equo, responsabile e consapevole. Solo così potremo costruire un futuro in cui la giustizia sia davvero accessibile a tutti.
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- Intervento di Michele Papa (CSM) su AI, neuroscienze e implicazioni legali.
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