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Permessi 104: Quando l’assistenza in rsa non giustifica l’assenza dal lavoro

Analizziamo le sentenze della Cassazione che chiariscono i limiti all'uso dei permessi per l'assistenza a familiari disabili, con particolare attenzione ai casi di ricovero in RSA e attività personali.
  • Cassazione: permessi 104 non validi con assistenza continuativa in RSA.
  • Licenziamento illegittimo se l'assistenza è garantita nonostante 1 ora di sport.
  • Ordinanza 14763/2025: attività terapeutica non è abuso, se l'assistenza è garantita.

L’Uso Legittimo dei Permessi 104: Un Equilibrio Delicato tra Assistenza e Diritto al Lavoro

La Legge 104/92, pilastro normativo a tutela dei diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari, prevede la concessione di permessi retribuiti, fino a tre giorni al mese, per i lavoratori che si prendono cura di un congiunto con disabilità grave. Questi permessi rappresentano uno strumento essenziale per conciliare gli impegni lavorativi con le esigenze assistenziali, garantendo un supporto concreto e indispensabile alla persona disabile. Ciononostante, è fondamentale che l’utilizzo di tali permessi sia strettamente legato all’attività di cura, evitando ogni forma di impiego scorretto o non appropriato. La dottrina giuridica stabilisce l’esigenza di un supporto concreto e costante verso la persona assistita, poiché lo scopo della legge è supplire a necessità di assistenza altrimenti non soddisfatte.

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  • 👍 Ottimo articolo, chiarisce i dubbi sull'uso dei permessi......
  • 😡 Inaccettabile che si abusi della legge 104, ecco perché......
  • 🤔 Interessante notare come l'attività sportiva possa conciliarsi......

La Cassazione e l’Abuso dei Permessi in RSA: Un Caso Esemplare

H La Corte Suprema e l’uso improprio dei permessi in RSA: un caso significativo H Un recente verdetto della Corte di Cassazione ha posto l’attenzione su una questione di particolare delicatezza: l’impiego dei permessi da parte di lavoratori che assistono congiunti ospitati in strutture sanitarie assistenziali (RSA). Nell’esempio analizzato, il dipendente aveva ottenuto le giornate di permesso per prestare assistenza a un parente con grave disabilità; tuttavia, quest’ultimo risiedeva stabilmente in una struttura che forniva supporto continuo e specializzato. La Corte ha evidenziato come, in simili circostanze, la presenza del dipendente perda la sua funzione di cura, non risultando in linea con l’intento della legge. Le brevi e saltuarie visite non giustificano l’assenza dal luogo di lavoro, configurando un uso improprio che danneggia il datore di lavoro e compromette il vincolo di fiducia. L’impresa, avendo accertato i fatti, ha proceduto con il licenziamento per giusta causa, adducendo la violazione degli obblighi contrattuali. Questa pronuncia riafferma un principio chiave: l’utilizzo dei permessi non è legittimo se il congiunto riceve assistenza costante da parte di enti specializzati come le RSA. Lo scopo della normativa è favorire la cura a domicilio o un intervento diretto e necessario da parte del lavoratore, non sostituibile da un servizio sanitario organizzato. L’impiego dei permessi in tali contesti perde la sua ragion d’essere, aprendo la strada a azioni disciplinari e legali.

Sport e Permessi 104: Quando l’Assistenza Non Esclude il Benessere Personale

In un’altra rilevante decisione, la Corte di Cassazione, con ordinanza n. 14763 del 1° giugno 2025, ha esaminato il caso di un’impiegata licenziata per aver svolto attività sportiva durante l’utilizzo dei permessi 104. La Corte ha dichiarato illegittimo il licenziamento, poiché la lavoratrice, pur dedicando un’ora al giorno a una camminata veloce per affrontare la sua asma bronchiale, assicurava comunque la cura della suocera disabile, anche grazie al supporto di una collaboratrice domestica. La Corte ha evidenziato come il compito di assistenza al congiunto disabile non venga meno semplicemente perché, durante la giornata, il lavoratore dedica un breve lasso di tempo alle proprie necessità individuali, fondamentale per recuperare le energie impiegate nell’assistenza, soprattutto quando tale periodo è impiegato per un’attività terapeutica. La sentenza della Corte d’Appello, fondata su elementi probatori non messi in discussione in sede di legittimità, si dimostrava pienamente coerente con i principi giuridici sopra menzionati. Di conseguenza, il licenziamento era ingiustificato, poiché non era emerso che la dipendente avesse mancato ai suoi obblighi nei confronti del datore di lavoro. La Cassazione ha precisato che, in assenza di evidenti irregolarità o mala fede, l’utilizzo di permessi per esigenze terapeutiche personali non costituisce di per sé un abuso, a condizione che l’assistenza al familiare disabile sia regolarmente garantita. La Corte di Cassazione ha altresì riaffermato il principio di proporzionalità, sottolineando che il licenziamento è un provvedimento estremo applicabile esclusivamente in presenza di una condotta del lavoratore grave e non giustificabile.

Conclusioni: Un Equilibrio Tra Doveri e Diritti

La complessa questione dei permessi previsti dalla Legge 104/92 richiede un’attenta valutazione caso per caso, bilanciando le esigenze assistenziali del familiare disabile con i diritti del lavoratore e gli interessi del datore di lavoro. La giurisprudenza ha delineato un quadro interpretativo che mira a prevenire abusi e a garantire un utilizzo corretto e responsabile di tali permessi.
“L’articolo 24 della Costituzione Italiana sancisce il diritto alla difesa in ogni stato e grado del procedimento.” Questo principio fondamentale si applica anche alle controversie relative all’utilizzo dei permessi previsti dalla Legge 104/92. In caso di contestazione da parte del datore di lavoro, il lavoratore ha il diritto di difendersi, presentando prove a sostegno della propria condotta e contestando le accuse mosse nei suoi confronti.
Un aspetto legale avanzato riguarda l’onere della prova. In linea generale, spetta al datore di lavoro dimostrare l’abuso dei permessi da parte del lavoratore. Tuttavia, il lavoratore ha l’onere di fornire elementi che giustifichino l’utilizzo dei permessi per l’assistenza al familiare disabile. La ripartizione dell’onere della prova può variare a seconda delle circostanze del caso concreto e delle specifiche normative applicabili.

Riflettiamo: la Legge 104/92 è nata per tutelare i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari, ma la sua applicazione richiede un equilibrio delicato tra diritti e doveri. L’abuso dei permessi non solo danneggia il datore di lavoro, ma mina anche la fiducia nel sistema e rischia di penalizzare chi ha realmente bisogno di assistenza. Un utilizzo responsabile e consapevole dei permessi è fondamentale per garantire che la Legge 104/92 continui a essere uno strumento efficace per la tutela dei diritti delle persone con disabilità.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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