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- Riforma dopo 13 anni, per maggiore tutela di cittadini e imprese.
- Reintrodotto l'obbligo di giuramento professionale per gli avvocati.
- Almeno due terzi del capitale STP deve essere di avvocati.
- Aggiornamento annuale obbligatorio e riorganizzazione delle specializzazioni forensi.
Il panorama delle professioni legali in Italia è in fermento, con una serie di riforme che mirano a modernizzare e rafforzare il ruolo dell’avvocato nella società. Il Consiglio dei Ministri <a class="crl" href="https://www.legal-bullet.it/criminal-justice-reforms/separazione-delle-carriere-in-magistratura-una-riforma-che-promette-trasparenza/”>ha recentemente approvato un disegno di legge delega che introduce significative novità nell’ordinamento forense, toccando aspetti cruciali come l’accesso alla professione, la deontologia, le forme di esercizio e la formazione continua. Queste modifiche, che arrivano a 13 anni dall’ultima riforma organica, mirano a garantire una maggiore tutela per i cittadini e le imprese, allineando l’Italia agli standard europei e rafforzando il ruolo sociale delle professioni.
Novità principali e implicazioni
Uno dei punti cardine della riforma è la riaffermazione della libertà e dell’indipendenza dell’avvocato, valori fondamentali per garantire un’equa amministrazione della giustizia. In questo contesto, viene reintrodotto l’obbligo del giuramento professionale, un atto simbolico che sottolinea l’importanza dell’etica e della responsabilità nell’esercizio della professione. Inoltre, si definiscono come esclusive dell’avvocato le attività di consulenza e assistenza legale svolte in modo continuativo, sistematico e organizzato, e connesse all’attività giurisdizionale, salvaguardando le competenze attribuite ad altre professioni regolamentate.
Il progetto di legge interviene pure sulla regolamentazione del codice deontologico, demandandone l’emissione e l’aggiornamento al Consiglio Nazionale Forense (CNF), e potenziando la salvaguardia del segreto professionale, elemento cardinale per la fiducia tra avvocato e cliente. L’impegno assunto dall’avvocato mantiene la sua natura personale, persino quando l’attività viene svolta all’interno di un’associazione o società professionale, e viene ribadito il principio della libera determinazione delle tariffe tra le parti e del giusto compenso, introducendo la responsabilità solidale nel pagamento da parte di tutti i soggetti coinvolti in un procedimento giudiziale.

- Finalmente una riforma che tutela davvero i cittadini......
- Temo che questa riforma possa favorire solo i grandi studi......
- Interessante l'apertura alle reti professionali, ma attenzione......
Forme di esercizio della professione e aggiornamento professionale
La riforma introduce importanti novità anche per quanto riguarda le forme di esercizio della professione. Per le associazioni professionali, si individuano gli elementi negoziali essenziali da includere nel contratto associativo, stabilendo che un’associazione possa essere qualificata come “forense” solo se la maggioranza degli associati sono avvocati. Per le società tra professionisti (STP), si prevede che anche gli avvocati possano esercitare attività di consulenza all’interno di queste strutture, e si stabilisce che i titolari di una partecipazione sociale corrispondente ad almeno due terzi del capitale, dei diritti di voto e del diritto di partecipazione agli utili debbano essere avvocati iscritti all’albo.
Una significativa innovazione riguarda la regolamentazione delle reti professionali, che permette agli avvocati di esercitare la propria attività collaborando in consorzi, anche pluridisciplinari, con altri esperti come commercialisti e ingegneri, per iniziative che richiedono un approccio integrato di competenze. Viene specificato che un accordo di rete può avere come scopo l’esercizio di attività forensi soltanto se vi partecipano un minimo di due avvocati regolarmente iscritti all’albo. La riforma regola inoltre l’esercizio professionale in regime di committenza unica o di collaborazione continuativa, definendo tale modalità come prestazione d’opera professionale di natura intellettuale, con l’obiettivo di facilitare l’accesso al mercato e di tutelare l’autonomia e l’indipendenza del legale.
Il disegno di legge dedica attenzione anche all’istruzione e all’aggiornamento professionale, mantenendo l’obbligo di un aggiornamento annuale e riorganizzando la disciplina delle specializzazioni forensi. Infine, il provvedimento riforma il regime delle incompatibilità e amplia il catalogo delle attività “compatibili” con la professione di avvocato, aggiungendo cariche o funzioni quali amministratore unico o consigliere delegato di società di capitali, amministratore di condominio e agente sportivo. La compatibilità con l’insegnamento o la ricerca in discipline giuridiche è confermata e si armonizza la normativa relativa agli avvocati degli enti pubblici, rendendo obbligatoria l’iscrizione all’albo e stabilendo che le prestazioni professionali siano erogate esclusivamente a favore dell’ente di appartenenza.
Verso un’avvocatura moderna e al passo con i tempi
La riforma dell’ordinamento forense rappresenta un’opportunità per modernizzare la professione di avvocato, rendendola più inclusiva e vicina alle esigenze della società. Le innovazioni introdotte, come la riaffermazione della libertà e dell’indipendenza dell’avvocato, il rafforzamento del segreto professionale, la disciplina delle forme di esercizio della professione e l’attenzione alla formazione continua, mirano a garantire un’avvocatura sempre più competente, etica e al servizio dei cittadini.
Amici, riflettiamo un attimo su cosa significhi tutto questo. Immaginate di essere un cittadino che ha bisogno di un avvocato. Vorreste un professionista indipendente, capace di difendere i vostri diritti senza condizionamenti esterni, un professionista che sappia consigliarvi al meglio, nel rispetto della legge e della deontologia professionale. Ecco, la riforma va proprio in questa direzione.
Una nozione legale di base che si ricollega a questo tema è il principio del libero convincimento del giudice. Questo principio, cardine del nostro sistema processuale, stabilisce che il giudice deve formare il proprio convincimento sulla base delle prove acquisite nel processo, senza essere vincolato da regole predeterminate. In altre parole, il giudice è libero di valutare le prove secondo la propria coscienza e il proprio ragionamento, tenendo conto di tutti gli elementi a sua disposizione.
Ma c’è anche una nozione legale più avanzata che merita di essere approfondita: il concetto di giusto processo. Il giusto processo, sancito dall’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, garantisce a ogni persona il diritto a un processo equo e imparziale, celebrato entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale. Questo diritto comprende una serie di garanzie, come il diritto alla difesa, il diritto al contraddittorio e il diritto a un giudice indipendente e imparziale.
Quindi, cosa ne pensate? Siete d’accordo con questa riforma? Credete che possa davvero migliorare la professione di avvocato e garantire una maggiore tutela per i cittadini? Vi invito a riflettere su questi temi e a far sentire la vostra voce. Solo così potremo costruire un sistema legale sempre più giusto ed efficiente.
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Riforma delle professioni legali: un quadro in evoluzione
Il panorama delle professioni legali in Italia è in fermento, con una serie di riforme che mirano a modernizzare e rafforzare il ruolo dell’avvocato nella società. Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un disegno di legge delega che introduce significative novità nell’ordinamento forense, toccando aspetti cruciali come l’accesso alla professione, la deontologia, le forme di esercizio e la formazione continua. Queste modifiche, che arrivano a 13 anni dall’ultima riforma organica, mirano a garantire una maggiore tutela per i cittadini e le imprese, allineando l’Italia agli standard europei e rafforzando il ruolo sociale delle professioni.
Novità principali e implicazioni
Uno dei punti cardine della riforma è la riaffermazione della libertà e dell’indipendenza dell’avvocato, valori fondamentali per garantire un’equa amministrazione della giustizia. In questo contesto, viene reintrodotto l’obbligo del giuramento professionale, un atto simbolico che sottolinea l’importanza dell’etica e della responsabilità nell’esercizio della professione. Inoltre, si definiscono come esclusive dell’avvocato le attività di consulenza e assistenza legale svolte in modo continuativo, sistematico e organizzato, e connesse all’attività giurisdizionale, salvaguardando le competenze attribuite ad altre professioni regolamentate.
Il progetto di legge interviene pure sulla regolamentazione del codice deontologico, demandandone l’emissione e l’aggiornamento al Consiglio Nazionale Forense (CNF), e potenziando la salvaguardia del segreto professionale, elemento cardinale per la fiducia tra avvocato e cliente. L’impegno assunto dall’avvocato mantiene la sua natura personale, persino quando l’attività viene svolta all’interno di un’associazione o società professionale, e viene ribadito il principio della libera determinazione delle tariffe tra le parti e del giusto compenso, introducendo la responsabilità solidale nel pagamento da parte di tutti i soggetti coinvolti in un procedimento giudiziale.

Forme di esercizio della professione e aggiornamento professionale
La riforma introduce importanti novità anche per quanto riguarda le forme di esercizio della professione. Per le associazioni professionali, si individuano gli elementi negoziali essenziali da includere nel contratto associativo, stabilendo che un’associazione possa essere qualificata come “forense” solo se la maggioranza degli associati sono avvocati. Per le società tra professionisti (STP), si prevede che anche gli avvocati possano esercitare attività di consulenza all’interno di queste strutture, e si stabilisce che i titolari di una partecipazione sociale corrispondente ad almeno due terzi del capitale, dei diritti di voto e del diritto di partecipazione agli utili debbano essere avvocati iscritti all’albo.
Una significativa innovazione riguarda la regolamentazione delle reti professionali, che permette agli avvocati di esercitare la propria attività collaborando in consorzi, anche pluridisciplinari, con altri esperti come commercialisti e ingegneri, per iniziative che richiedono un approccio integrato di competenze. Viene specificato che un accordo di rete può avere come scopo l’esercizio di attività forensi soltanto se vi partecipano un minimo di due avvocati regolarmente iscritti all’albo. La riforma regola inoltre l’esercizio professionale in regime di committenza unica o di collaborazione continuativa, definendo tale modalità come prestazione d’opera professionale di natura intellettuale, con l’obiettivo di facilitare l’accesso al mercato e di tutelare l’autonomia e l’indipendenza del legale.
Il disegno di legge dedica attenzione anche all’istruzione e all’aggiornamento professionale, mantenendo l’obbligo di un aggiornamento annuale e riorganizzando la disciplina delle specializzazioni forensi. Infine, il provvedimento riforma il regime delle incompatibilità e amplia il catalogo delle attività “compatibili” con la professione di avvocato, aggiungendo cariche o funzioni quali amministratore unico o consigliere delegato di società di capitali, amministratore di condominio e agente sportivo. La compatibilità con l’insegnamento o la ricerca in discipline giuridiche è confermata e si armonizza la normativa relativa agli avvocati degli enti pubblici, rendendo obbligatoria l’iscrizione all’albo e stabilendo che le prestazioni professionali siano erogate esclusivamente a favore dell’ente di appartenenza.
Sul fronte delle unioni tra professionisti, vengono specificati i requisiti contrattuali fondamentali per i patti associativi, sancendo che una struttura associativa possa fregiarsi del titolo di “forense” unicamente nel caso in cui la maggioranza dei suoi componenti siano avvocati.
L’iniziativa legislativa riserva altresì spazio all’insegnamento e all’accrescimento delle competenze professionali, conservando l’obbligo di formazione continua su base annuale e ridefinendo le regole relative alle specializzazioni in ambito legale.
Verso un’avvocatura moderna e al passo con i tempi
La riforma dell’ordinamento forense rappresenta un’opportunità per modernizzare la professione di avvocato, rendendola più inclusiva e vicina alle esigenze della società. Le innovazioni introdotte, come la riaffermazione della libertà e dell’indipendenza dell’avvocato, il rafforzamento del segreto professionale, la disciplina delle forme di esercizio della professione e l’attenzione alla formazione continua, mirano a garantire un’avvocatura sempre più competente, etica e al servizio dei cittadini.
Amici, riflettiamo un attimo su cosa significhi tutto questo. Immaginate di essere un cittadino che ha bisogno di un avvocato. Vorreste un professionista indipendente, capace di difendere i vostri diritti senza condizionamenti esterni, un professionista che sappia consigliarvi al meglio, nel rispetto della legge e della deontologia professionale. Ecco, la riforma va proprio in questa direzione.
Una nozione legale di base che si ricollega a questo tema è il principio del libero convincimento del giudice. Questo principio, cardine del nostro sistema processuale, stabilisce che il giudice deve formare il proprio convincimento sulla base delle prove acquisite nel processo, senza essere vincolato da regole predeterminate. In altre parole, il giudice è libero di valutare le prove secondo la propria coscienza e il proprio ragionamento, tenendo conto di tutti gli elementi a sua disposizione.
Ma c’è anche una nozione legale più avanzata che merita di essere approfondita: il concetto di giusto processo. Il giusto processo, sancito dall’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, garantisce a ogni persona il diritto a un processo equo e imparziale, celebrato entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale. Questo diritto comprende una serie di garanzie, come il diritto alla difesa, il diritto al contraddittorio e il diritto a un giudice indipendente e imparziale.
Quindi, cosa ne pensate? Siete d’accordo con questa riforma? Credete che possa davvero migliorare la professione di avvocato e garantire una maggiore tutela per i cittadini? Vi invito a riflettere su questi temi e a far sentire la vostra voce. Solo così potremo costruire un sistema legale sempre più giusto ed efficiente.