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Autovelox illegali: paura per milioni di multe a rischio

La recente sentenza della Cassazione sull'omologazione degli autovelox ha aperto un dibattito cruciale, mettendo a rischio milioni di euro di introiti per i comuni e sollevando interrogativi sulla sicurezza stradale e la legalità delle sanzioni.
  • Il 59,4% dei dispositivi fissi è stato validato prima del 2017.
  • Solo il 32,8% degli autovelox mobili è a norma.
  • Comuni rischiano oltre 40 milioni di euro di mancati introiti.

Autovelox nel mirino: un labirinto tra omologazioni, ricorsi e sicurezza stradale

La questione degli autovelox sta alimentando un acceso dibattito in Italia, con ripercussioni che vanno ben al di là delle semplici contravvenzioni per eccesso di velocità. Al centro della disputa si trova la dirimente differenza tra “approvazione” e “omologazione” dei dispositivi, una questione spinosa che sta mettendo a dura prova il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e surriscaldando gli animi dei guidatori. La recente pronuncia della Corte di Cassazione ha gettato nuova luce sulla questione, aprendo un vero e proprio vaso di Pandora di impugnazioni e contestazioni.

Il caso è deflagrato a seguito del sequestro, ordinato dalla procura di Cosenza, di svariati autovelox modello “T-Expeed V. 2.0” su tutto il territorio nazionale. La Cassazione ha chiarito che l’ omologazione, a differenza della semplice approvazione, esige una perizia tecnica approfondita e test sul campo da parte dell’Ispettorato Generale per la circolazione e la sicurezza stradale. *Questa discrimine è cruciale, perché i provvedimenti ministeriali non possono andare contro quanto stabilito dalle leggi di rango superiore.

La Corte ha inoltre evidenziato come la società produttrice avesse utilizzato impropriamente il termine “approvazione” in luogo di “omologazione”, rendendo nullo l’intero iter. L’unità di elaborazione dei dati, componente essenziale del sistema, non era mai stata omologata, nonostante la certificazione di conformità della telecamera.

TOREPLACE = “Crea un’immagine iconica e concettuale ispirata all’arte neoplastica e costruttivista. Visualizza tre entità principali: un autovelox stilizzato come una forma geometrica verticale, una bilancia della giustizia rappresentata con linee orizzontali e verticali che suggeriscono equilibrio e rigore, e una strada stilizzata come una linea orizzontale che si estende attraverso l’immagine. L’autovelox dovrebbe essere di colore grigio desaturato, la bilancia di un blu freddo e la strada di un bianco sporco. Utilizza una palette di colori perlopiù freddi e desaturati. L’immagine non deve contenere testo, deve essere semplice e unitaria e facilmente comprensibile.”
## L’impatto economico: milioni di euro a rischio
Secondo le stime del Codacons, la confusione giuridica in corso potrebbe sfociare in una drastica diminuzione degli introiti derivanti dalle multe stradali destinati ai comuni. Nell’anno corrente del 2023, le penalità inflitte dagli autovelox hanno generato un volume finanziario eccedente i 65 milioni di euro, sostenendo così gli incassi delle prime venti metropoli italiane. Tuttavia, l’intervento della Cassazione pone un grave interrogativo sulla legittimità associata a gran parte dei proventi raccolti in questo modo. Si stima infatti che ben il 59,4% dei sistemi fissi e addirittura il 67,2%, riferito agli apparati mobili installati su strada, siano stati autorizzati anteriormente al 2017; questa è considerata la data cruciale relativa all’omologazione dei dispositivi stessi. Tale situazione implica dunque l’esposizione a vulnerabilità superiore ai 40 milioni di euro nei ricavi da sanzioni emesse nelle maggiori città.

L’associazione Assoutenti ha messo in guardia circa la possibilità che numerose arterie viarie—soprattutto quelle associate al turismo—finiscano prive dell’installazione degli autovelox se non si procederà con l’approvazione tempestiva e rigorosa di normative appropriate nel settore. In diverse località turistiche come quella del Salento, ad esempio, gli enti locali sono riusciti ad ottenere annualmente fino a 23 milioni d’euro mediante sanzioni stabilite attraverso tali apparecchiature elettroniche.
## Il braccio di ferro tra Salvini e i comuni

Il ministro Salvini ha richiesto all’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) un censimento dettagliato degli autovelox presenti sul territorio nazionale. L’istanza è giunta in seguito a una prima comunicazione da parte dell’ANCI, che aveva fornito dati espressi in termini percentuali. Salvini ha invitato i sindaci a fornire cifre esatte per poter sbloccare la procedura relativa all’approvazione del decreto interministeriale concernente le disposizioni in materia di omologazione.

ANCI ha risposto che il 59,4% dei dispositivi fissi è stato validato prima del 2017, mentre il 40,6% successivamente. Per quelli mobili, le percentuali sono rispettivamente del 67,2% e del 32,8%. Il presidente di ANCI, Gaetano Manfredi, ha sottolineato la necessità di colmare il “vuoto normativo”, poiché la velocità rimane una delle principali cause di mortalità stradale. Il decreto di omologazione, inizialmente approvato e poi bloccato, prevedeva l’uso solo di autovelox vidimati a partire dal 2017. L’oggetto del provvedimento consisteva nel regolamentare le sanzioni pecuniarie e le istanze di appello, stabilendo la sospensione temporanea dell’attività dei dispositivi obsoleti fino all’effettivo aggiornamento alle normative vigenti.
## Verso una nuova era della sicurezza stradale: trasparenza e legalità
La vicenda degli autovelox solleva interrogativi importanti sulla trasparenza e la legalità nell’applicazione delle norme sulla sicurezza stradale. È fondamentale che i dispositivi utilizzati per rilevare le infrazioni siano non solo approvati, ma anche omologati secondo standard rigorosi, per garantire la correttezza delle misurazioni e la tutela dei diritti dei cittadini.

Il caos normativo attuale rischia di minare la fiducia nelle istituzioni e di generare un clima di incertezza e contestazione. È necessario un intervento legislativo chiaro e definitivo, che definisca in modo univoco i requisiti per l’omologazione degli autovelox e che stabilisca criteri trasparenti per la loro installazione e utilizzo. Solo così sarà possibile garantire una sicurezza stradale efficace e rispettosa dei diritti di tutti.

Amici, riflettiamo un attimo su questa intricata vicenda. La legge, nel suo spirito più profondo, dovrebbe essere uno strumento di chiarezza e giustizia. Nel caso degli autovelox, la distinzione tra “approvazione” e “omologazione” sembra un cavillo burocratico, ma in realtà ha conseguenze concrete sulla vita di tutti noi. Il concetto fondamentale nel campo giuridico da considerare è quello del principio di legalità: “non si può infliggere alcuna pena se non sulla base di una legislazione vigente al momento dell’atto contestato”. Pertanto, qualora si riscontri che un autovelox non ha ricevuto l’omologazione necessaria, ciò rende le relative sanzioni prive di validità. In aggiunta, vi è la nozione più complessa della prova legale*. Nell’ambito giuridico, alcuni elementi richiedono dimostrazioni formali attraverso mezzi quali documenti o valutazioni tecniche. Specificamente riferendosi agli autovelox, l’omologazione diventa evidenza ufficiale dell’affidabilità delle rilevazioni effettuate.

Incoraggio una riflessione profonda riguardo all’influsso della normativa sulle nostre vite quotidiane; talvolta anche particolari minimi possono risultare decisivi per discernere tra atti conformi alla legge e abusi. È fondamentale assumere il ruolo di cittadini informati e coscienti dei propri diritti per poter promuovere assieme uno spazio sociale caratterizzato da maggiore equità e trasparenza.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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