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- L'estensione del regime di cooperative compliance dal 2024 include PMI con un volume d'affari di almeno 750 milioni di euro.
- Entro il 2028, la soglia per l'inclusione nel regime sarà ridotta a 100 milioni di euro, ampliando l'accesso alle PMI.
- Le imprese che adottano il regime beneficiano di una riduzione delle sanzioni fiscali e di una sospensione della riscossione fino alla definitività dell'accertamento.
Un nuovo scenario normativo per le PMI
L’introduzione della cooperative compliance nel panorama fiscale italiano rappresenta un significativo passo avanti verso la creazione di un rapporto più trasparente e collaborativo tra l’amministrazione fiscale e le piccole e medie imprese (PMI). Precedentemente riservato alle grandi aziende, questo regime è stato ampliato per includere le PMI, offrendo loro l’opportunità di ridurre l’esposizione a controlli fiscali intensivi. Le PMI possono ora usufruire di un contesto normativo che favorisce la trasparenza e il dialogo continuo, riducendo così la frequenza e l’intensità delle verifiche fiscali.
Secondo i provvedimenti della normativa, le imprese aderenti al regime di adempimento collaborativo beneficiano di un’interlocuzione continua con le autorità fiscali. Questo implica che eventuali discrepanze interpretative possano essere risolte preventivamente, evitando il sorgere di contenziosi. Dal 2024, infatti, il regime è stato esteso per includere imprese con un volume d’affari non inferiore a 750 milioni di euro. La soglia verrà poi ridotta nel tempo: sarà di 500 milioni nel 2026 e di 100 milioni nel 2028.

Vantaggi e incentivi per le PMI
Per le PMI, il regime di cooperative compliance offre numerosi vantaggi. Tra questi, spicca la possibilità di ridurre significativamente l’esposizione ai controlli fiscali e la probabilità di contenziosi con l’Agenzia delle Entrate. Le imprese che adottano questo regime possono beneficiare di una serie di incentivi, quali la riduzione delle sanzioni fiscali, la sospensione della riscossione fino alla definitività dell’accertamento e tempi più rapidi nelle risposte alle istanze di interpello.
L’adesione a questo regime richiede che le imprese aggiornino i propri sistemi interni per soddisfare i requisiti di controllo del rischio fiscale. In questo contesto, il Tax Control Framework (TCF) diventa uno strumento essenziale per garantire una gestione efficace dei rischi e ottimizzare le risorse aziendali. Questo sistema non solo aiuta le PMI a mantenere la compliance, ma promuove anche una governance aziendale più solida, un fattore critico per una crescita sostenibile.
Le sfide legate ai costi di adeguamento
Nonostante i benefici potenziali, l’adozione del regime di cooperative compliance non è priva di sfide, in particolare per quanto riguarda i costi di adeguamento. Le PMI devono affrontare investimenti significativi per implementare e mantenere un sistema di Tax Control Framework efficace. Questi costi possono includere la formazione del personale, l’aggiornamento dei sistemi IT e l’assunzione di esperti fiscali esterni per garantire che l’azienda rimanga conforme alle normative.
Un altro aspetto critico da tenere in considerazione è la necessità di mantenere una compliance continua. Le PMI devono essere costantemente aggiornate sulle ultime normative fiscali e regolamentazioni, un processo che può essere impegnativo per quelle che non dispongono di risorse dedicate internamente. Questo potrebbe portare a una dipendenza crescente da consulenti fiscali esterni, incrementando ulteriormente i costi operativi.
Conclusioni: una nuova era di trasparenza e rischi calcolati
L’adattamento al regime di cooperative compliance offre una significativa opportunità per le PMI italiane di migliorare le loro relazioni con l’amministrazione fiscale e gestire più efficacemente i rischi fiscali. Tuttavia, implica anche l’assunzione di un impegno rilevante in termini di risorse economiche e umane. Le PMI devono attentamente bilanciare i benefici con i costi di adesione, valutando se la loro struttura attuale supporta adeguatamente gli oneri richiesti dal regime.
In ambito legale, è cruciale avere una comprensione chiara di nozioni quali la due diligence, che si riferisce al processo di verifica e valutazione di tutte le informazioni relative agli obblighi fiscali di un’azienda. Parallelamente, nel contesto della cooperative compliance, diventa rilevante l’applicazione del principio di buona fede, che implica un comportamento leale e corretto da parte delle imprese nel presentare informazioni fiscali accurate e trasparenti.
L’adozione del cooperative compliance da parte delle PMI rappresenta una scelta strategica che può influenzare positivamente il loro futuro. Tuttavia, richiede una volontà di cambio culturale interno e un impegno costante per assicurare il miglioramento della governance aziendale e della trasparenza. Si tratta non solo di navigare il presente, ma di prepararsi strategicamente per un futuro in cui le normative fiscali si fanno sempre più complesse e interconnesse.