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- Adesione al CPB: evita analisi accurate dei conti bancari.
- D.Lgs. 81/2025: abrogato l'accesso al CPB per regimi forfetari.
- Imposta sostitutiva al 43% (Irpef) o 24% (Ires) sopra 85.000 euro.
- Scadenza adesione prorogata al 30 settembre 2025.
La circolare n. 9/E dell’Agenzia delle Entrate emessa in data 24 giugno 2025 ha illustrato dettagliatamente le procedure necessarie per l’adesione al concordato preventivo biennale (CPB) relativo ai periodi d’imposta 2025 e 2026, specificando anche quali siano gli effetti nel caso si decida di non partecipare. Si tratta di un documento fondamentale destinato ai contribuenti in quanto offre risposte precise alle domande ricorrenti emerse a seguito del decreto correttivo 81/2025. Il concordato preventivo biennale – regolamentato dall’articolo 9-bis del D. L. 50/2017 – costituisce un’intesa tra contribuente e Fisco: permette agli operatori economici attivi nelle imprese o nell’esercizio delle professioni liberali di saldare gli oneri fiscali su base previsionale fissata dall’Amministrazione finanziaria piuttosto che sulle realizzazioni economiche effettive. In ogni caso va rilevata l’impossibilità di accedere a tale opportunità da parte dei soggetti gravati da debitorie precedenti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate oppure compromessi da esposizioni contributive insolute. In questo senso la circolare n° 9/E mette in guardia: le partite IVA indecise rispetto all’adesione o quelle scettiche verso la proposta avanzata circa il periodo fiscale 2025-26, dovranno affrontare un’analisi più accurata riguardante i loro conti bancari così come i relativi investimenti e depositi accumulati nel tempo. I controlli in questione saranno condotti dall’Agenzia delle Entrate insieme alla Guardia di Finanza; ciò avverrà grazie a una potenziata efficienza operativa e all’integrazione delle diverse banche dati disponibili, comprensiva dell’Anagrafe dei conti finanziari secondo quanto stabilito dall’articolo 34, comma 2 del D. Lgs. 13/2024. Di fatto, coloro che non decidono di aderire al concordato si troveranno ad affrontare un incremento nella probabilità d’essere oggetto d’ispezioni legate a potenziali indicatori di rischio ed irregolarità dal punto di vista fiscale. La combinazione tra i dati auto-dichiarativi, gli estratti conto bancari e altre informazioni già possedute dalle autorità consentirà la creazione di profili analitici del rischio significativamente più precisi e funzionali all’attività investigativa sull’accertamento fiscale.

Modalità di Adesione e Novità del Concordato Preventivo Biennale 2025/2026
Il documento contrassegnato dalla circolare n. 9/E analizza esaustivamente tutte le questioni essenziali relative al concordato preventivo biennale; tale normativa è stata introdotta mediante il D. Lgs. n. 13/2024 con lo scopo primario di incoraggiare il rispetto volontario dei doveri dichiarativi da parte dei contribuenti. Le informazioni contenute riguardano vari elementi cruciali: dai requisiti necessari alle procedure da seguire per aderirvi, dalle ragioni che portano all’esclusione o alla decadenza dagli stessi benefici agli effetti economici derivanti dall’applicazione delle nuove norme fino alle metodologie utilizzate per calcolare gli acconti dovuti. Diverse modifiche significative sono state realizzate nel contesto normativo grazie al D. Lgs. n. 81/2025; esse includono l’abrogazione dell’accesso al CPB per i contribuenti operanti secondo un regime forfetario e rivisitazioni alle regole riguardanti l’imposta sostitutiva opzionale. In aggiunta, sono state implementate nuove condizioni che possono giustificare sia esclusioni che cessazioni dell’agevolazione stessa; vale la pena notare anche il posticipo della data ultima per ricevere tali domande dal precedente termine fissato al 31 luglio ora prorogata fino al 30 settembre. Sono stati altresì eliminati incrementi sui costi lavorativi che influenzano negativamente il calcolo del reddito rilevante, introducendo delle specifiche soglie destinate a regolamentare proposte relative a contribuenti considerati molto affidabili sul piano fiscale. Secondo quanto disposto dal D. Lgs. n. 81/2025, si deve applicare un’imposta sostitutiva sulla differenza tra il reddito concordato e quello effettivo dell’anno fiscale antecedente quando questo supera l’ammontare di 85.000 euro. In particolare, sono previste due aliquote differenti: una pari al 43%, riservata ai contribuenti Irpef, e una al 24%, destinata ai contribuenti Ires. Tale novità stabilisce inoltre un tetto massimo all’aliquota ridotta indicata nell’articolo 20 bis del D. Lgs. n. 13/2024, specificando chiaramente che essa non sarà utilizzabile per importi oltre i 85.000 euro.
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Soglie e Limitazioni per i Contribuenti più Affidabili
Nel contesto delle recenti modifiche legislative apportate dal decreto correttivo, sono state stabilite delle soglie relative all’incremento del reddito concordato basate sul punteggio degli ISA, specificamente riferite all’anno d’imposta corrente (reddito 2024). In particolare, il regime prevede un aumento pari a: +10% qualora il punteggio sia pari a 10, un incremento del 15% nel caso in cui si collochi tra 9 e 10, ed infine un +25% quando risulta compreso fra >8 ma <9. È fondamentale sottolineare che tali criteri non trovano applicazione qualora la proposta risulti inferiore ai valori stabiliti dai parametri settoriali definiti dal CFEB, dando così priorità all’approccio tecnico nella valutazione. D’altra parte, una novità importante riguarda l’obbligo di adesione collettiva per quei professionisti che generano profitti attraverso attività autonome (articolo “54” TUIR) e operano entro strutture associative; pertanto, ogni decisione inerente l’opzione al CPB necessita della ratifica unanime da parte dei membri della società o dell’associazione stessa. È opportuno evidenziare come il venir meno della partecipazione al CPB da parte di uno dei membri comporterà automaticamente la sua disdetta anche per tutta la struttura associativa coinvolta.
Per quanto attiene agli anni fiscali successivi del biennio “2025-2026”, sarà consentita l’adesione al concordato solo ai contribuenti attivi nel corso dell'anno precedente che abbiano esercitato prevalentemente le attività economiche coperte dagli ISO già approvati – esclusivamente quelli che non abbiano formalizzato adesioni nel primo ciclo biennale (2024-2025). Il processo di adesione si può svolgere simultaneamente alla presentazione della dichiarazione dei redditi e dei modelli ISA, fissato entro il 30 settembre 2025, oppure in maniera indipendente. In tal caso, è necessario inviare il modello CPB unitamente solamente al frontespizio della dichiarazione Redditi 2025.
Verso una Maggiore Certezza Fiscale: Prospettive e Riflessioni sul Concordato Preventivo Biennale
Orientamento verso un’Accresciuta Stabilità Fiscale: Analisi e Considerazioni sul Concordato Preventivo Biennale
La disposizione del concordato preventivo biennale si configura come uno sforzo volto ad armonizzare le istanze fiscali dello Stato con l’esigenza dei contribuenti di agevolare la propria burocrazia fiscale. Nonostante ciò, l’efficacia del meccanismo risulta intrinsecamente legata alla creazione di un sistema giusto e trasparente, capace di accogliere le variegate situazioni economiche e professionali esistenti sul territorio nazionale. Gli aggiustamenti apportati dal decreto correttivo sembrano orientati a stimolare l’adesione, tuttavia, appare cruciale per gli interessati considerare con scrupolo vantaggi e svantaggi dell’iniziativa rispettando soprattutto condizioni future riguardanti entrate personali prima di effettuare scelte impulsive.
Riflettendo insieme su questo argomento delicato — sebbene intricato — possiamo affermare senza dubbio alcuno che nella dimensione giuridica si realizzi una sorta d’intesa tra il soggetto passivo e l’Agenzia delle Entrate, contrassegnando ancor prima i parametri necessari al calcolo del reddito tassabile su uno specifico arco temporale. Un concetto cardine nel campo del diritto tributario pertinente a tale discussione emerge nel “principio della capacità contributiva”, da quest’ultimo riconosciuto nell’articolo 53 della Costituzione Italiana; infatti qui ci viene ricordato chiaramente come ciascuno debba partecipare secondo la propria capacità economica.
Andando un po’ più a fondo, una nozione avanzata riguarda la “certezza del diritto”, un principio fondamentale che mira a garantire la prevedibilità delle conseguenze giuridiche delle proprie azioni. Il concordato preventivo, in teoria, dovrebbe aumentare la certezza per i contribuenti, consentendo loro di pianificare meglio le proprie attività economiche.
Ma qui sorge una riflessione: il concordato preventivo è davvero uno strumento che promuove l’equità fiscale, o rischia di favorire chi ha maggiori capacità di prevedere il proprio reddito, lasciando indietro chi opera in settori più incerti? È una domanda che merita una risposta onesta e approfondita.